Giustizia e Bellezza. La pittura barocca al Tribunale di Napoli

Locandina mostra Giustizia e Bellezza drammaturgia del diritto nella Pittura Barocca
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Dodici tele. Da Luca Giordano a Carlo Sellitto. Da Filippo Vitale a Giuseppe Bonito. Sono questi alcuni degli artisti le cui opere saranno esposte al Palazzo di Giustizia di Napoli fino al 15 marzo 2023.

Nella piazza coperta del Tribunale partenopeo è, infatti, stata allestita la mostra Giustizia e Bellezza: drammaturgia del diritto nella Pittura Barocca.

Un’esperienza resa possibile dalla sinergia fra la Fondazione meeting del mare C.r.e.a., il Tribunale ordinario di Napoli e la Camera penale di Napoli.

Nicola Graziano, curatore dell’ iniziativa insieme a don Gianni
Citro, inquadra il fine ultimo dell’iniziativa: “Lo scopo della mostra è portare nella Piazza coperta del Tribunale di Napoli il seme di una rivoluzione culturale, da far attecchire nell’animo umano, attraverso lo sguardo attonito di quanti, improvvisamente, vedono apparire prestigiosi dipinti antichi di grandi maestri del Barocco europeo”.

Giuseppe Bonito_Allegoria della Giustizia_Olio su tela, 158x164cm_Coll.Priv
Giuseppe Bonito. Allegoria della Giustizia

“Immagino l’insolito stupore- sottolinea Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli- e forse l’entusiasmo, di Magistrati, Avvocati, Cancellieri, Funzionari, Forze dell’Ordine e parti dei più svariati giudizi civili e penali recarsi in Tribunale nel poter vivere, nella confusione che anima quotidianamente gli uffici giudiziari, la meraviglia che inevitabilmente genera, nelle menti degli esseri umani, la visione di prestigiosi dipinti di grandi maestri del Barocco europeo raffiguranti soggetti sacri e/o allegorici, nei quali il tema della Giustizia nell’arte si coniuga con il paradigma della bellezza”.

Giuseppe Piscopo_Trionfo di Davide_Olio su tela, 143x156_Coll.priv
Giuseppe Piscopo, Trionfo di Davide

Don Gianni Citro, Presidente della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A, che ha accompagnato con un ampio comunicato l’avvio dell’iniziativa,  rimarca: “Giustizia e Bellezza sembrano gli enunciati di un paradigma impossibile, che pretende l’irruzione dell’etico nell’estetico e addirittura ne cercherebbe la coniugazione o il contagio, ma l’esperimento di questa mostra, con tutte le sue intriganti alchimie organizzative, rende chiara l’appartenenza e l’inevitabile intesa tra la gioia della visione e quella del sentimento. Nella realtà di fatto di questa ambiziosa iniziativa l’etico e l’estetico, il bene e il bello vivono in simbiosi e trasmettono eloquente armonia. Trasportare 12 tele del ‘600 nel tetro e trafficato habitat di un Palazzo di Giustizia è senza dubbio una operazione fuori dai canoni, al di là dei dettagli difficili della logistica”.

Agostino Beltrano_Giacobbe e l'Angelo_Olio su tela, 113x153cm_Coll.Priv.
Agostino Beltrano, Giacobbe e l’Angelo.

“Il Barocco- commenta l’avvocato l’avv. Marco Campora, Presidente della Camera Penale di Napoli- ci insegna a riconoscere non solo la dignità, ma la bellezza dei nostri corpi. Dei corpi dei carcerati, dei corpi dei poveri, dei corpi dei matti, dei corpi dei torturati, dei corpi dei rifugiati, dei corpi dei migranti. Per rispettare i corpi degli ultimi – e per dar loro giustizia – occorre essere capaci di vederne la bellezza”

 

CREDITS:
Pio Peruzzini
Fabio Speranza