Hate speech, Cartabia: “Lesa la dignità della persona umana”

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Dilagano in rete e sui social. Feriscono la dignità della persona, incidono sul dibattito pubblico, ma spesso hanno una correlazione diretta anche con le aggressioni fisiche.

“I discorsi d’odio online e i crimini d’odio mettono in gioco l’integrità fisica e la dignità della persona umana”, scandisce la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ascoltata in Senato davanti alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre. “Con la pandemia, l’odio online è aumentato ancora. L’Europa sta studiando nuovi strumenti penali, ma occorre anche educare, prevenire, riparare”. Per contrastare anche la “cultura dell’indifferenza”.

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Nell’audizione, la Guardasigilli ha toccato quattro punti: la gravità del problema, il quadro del diritto europeo con le riforme in fase di elaborazione, i dati sull’applicazione delle norme italiano in materia di reati d’odio; gli strumenti da mettere in campo: non solo sanzione penale, ma anche cultura, educazione, e – soprattutto – giustizia riparativa.

Nel 2020, secondo i dati del report 2020 della FRA, l’Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali, sono stati 3.520 in Europa i casi di antisemitismo denunciati: mille  più di quelli stimati. E 101 in Italia quelli considerati ufficiali. Molti di più quelli che non vengono registrati. Davanti a numeri così allarmanti, l’Europa sta cercando di trovare strumenti per arginare il fenomeno. “Nell’ultimo vertice informale GAI (Consiglio Giustizia Affari Interni dell’Unione europea) a Lille  abbiamo discusso – riferisce la Guardasigilli – di una proposta della Commissione di estendere i reati europei ex art.83 del Trattato, per includervi i discorsi d’odio e abbiamo parlato anche con i rappresentanti di Google e Meta per sviluppare azioni integrate. Si tratta di un segnale davvero forte”.

Relativamente al fronte italiano, la Ministra ha riportato i dati delle indagini e dei procedimenti giudiziari avviati ex 604bis e ter, concludendo che “la sanzione penale non ha svolto fino ad oggi una grande funzione di deterrenza: è la realtà a dirlo. Tra il 2016 e il primo semestre 2021, i procedimenti iscritti – riporta la Ministra Cartabia – non superano le 300 unità tanto nella forma di propaganda e istigazione, quanto in quella dell’aggravante. Le iscrizioni sono concentrate in pochi distretti, soprattutto del nord Italia. E le percentuali maggiori si registrano nelle grandi di città di Roma (12,62% al primo semestre del 2021) e Milano (4,85%)”.

Per arginare il dilagare dei discorsi d’odio, la Guardasigilli propone di valutare le potenzialità della giustizia riparativa, “che si fa carico della possibilità di domare la rabbia della violenza e di ricostruire legami, spezzati dal reato. Al centro, c’è sempre un incontro: l’incontro volontario tra l’autore del reato e la vittima”.

In allegato il discorso della Guardasigilli.

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