I detenuti di Secondigliano
preparano i paramenti per il Papa

Papa detenuti
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“I detenuti  sono l’immagine più vicina al Signore addolorato”. Così Papa Francesco ha ribadito la sua attenzione per il mondo del carcere, durante l’udienza privata tenutasi ieri con una delegazione del carcere di Secondigliano, nel corso della quale gli è stata donata una casula confezionata dai detenuti dell’Istituto campano. La veste liturgica, consegnata dall’Ispettore Generale dei cappellani don Raffaele Grimaldi, dalla direttrice dell’istituto penitenziario Giulia Russo e dal cappellano don Giovanni Russo sarà indossata dal Santo Santo Padre domenica 13 novembre, Giornata mondiale dei poveri.

Il laboratorio di sartoria dove è stata realizzata la casula, avviato nel 2016, si occupava originariamente di rendere riutilizzabili divise, cappotti, impermeabili e tute di servizio dismessi. Durante la pandemia la produzione è stata destinata al confezionamento di 10 mila mascherine distribuite gratuitamente a tutta la città. Oggi, grazie al progetto ‘Albus Sacer’, nel laboratorio si realizzano casule con ricamo diretto, stole, coprileggii e vesti per anniversari sacerdotali. Nel tempo la produzione è cambiata, ma l’obiettivo resta lo stesso, come spiega la direttrice di Secondigliano, Giulia Russo: “I detenuti acquisiscono una professionalità riconosciuta realizzando la mission educativa e di risocializzazione dell’Amministrazione penitenziaria”.

Il progetto ‘Albus Sacer’, attivato con la Caritas diocesana, il cappellano e l’Ispettorato generale dei cappellani, rientra nella creazione del Polo Arti e Mestieri, che verrà ufficializzato il prossimo 29 novembre insieme alla sartoria, alla digitalizzazione, alla falegnameria, all’officina meccatronica, alla liuteria e ad altre attività in via di definizione. “Un polo che fa da contraltare al Polo Universitario penitenziario – aggiunge Giulia Russo -, che quest’anno ha prodotto i primi laureati e che completa un’offerta ampia dal punto di vista trattamentale”.