La mostra: malati psichici perseguitati dai nazisti

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Dopo Berlino, Vienna, Londra, Roma, e ancora Osaka, Toronto e Città del Capo, approda a Milano la mostra sullo sterminio e la sterilizzazione dei malati di mente nella Germania nazista e sulle relazioni tra fascismo e psichiatria in Italia.

“Schedati, perseguitati e sterminati”, così si intitola la mostra che dal 7 gennaio può essere visitata nei locali del Palazzo di Giustizia, ha tenuto questa mattina la giornata di studio in occasione della presentazione dell’evento, alla presenza, fra gli altri, di Marina Anna Tavassi e Roberto Bichi, rispettivamente presidenti della Corte d’appello e del Tribunale di Milano, di Francesca Merzagora, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (ONDA), la fondazione che ha organizzato la mostra assieme alla Società Italiana di Psichiatria (SIP), di Yacob Reibman e Claudio Mencacci, psichiatra e direttore del Dipartimento salute mentale del Fatebenefratelli Sacco di Milano.

Fino al 16 febbraio si potrà accedere gratuitamente e visitare le due sezioni in cui è ripartito il materiale fotografico e documentale: la parte tedesca, che ripercorre le tappe della persecuzione dei malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo, e quella italiana, denominata “Malati, manicomi e psichiatri in Italia – dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale” che illustra la condizione dei malati psichiatrici ai tempi del fascismo e delle leggi raziali, grazie a testimonianze e reperti storici, per cercare di restituire proprio quella individualità che si è cercato di cancellare.

Nel gennaio del 2014 il Parlamento tedesco ha ospitato la prima della mostra, ideata dalla Società tedesca di psichiatria in collaborazione con la Fondazione memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa. Da qui è poi partita per alcune delle più importanti città del mondo, arrivando in Italia nel 2018 e arricchendosi di tutta la sezione italiana.

L’allestimento della mostra a Milano, nel Palazzo di Giustizia, ha un suo profondo senso etico e morale, volendo restituire almeno un po’ di giustizia a chi fu ingiustamente perseguitato: nel 1939 iniziò la schedatura dei malati psichici e dei disabili per poi procedere nel 1940 con la soppressione: più di 200mila furono le persone che passarono dal ricovero in un ospedale psichiatrico alla morte perché ritenuti di peso. La sede centrale dell’operazione si trovava a Berlino, in Tiergartenstrasse 4, da dove poi il nome in codice di operazione T4.

La mostra, che ha ricevuto il patrocinio, fra gli altri, della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Associazione nazionale magistrati, dell’Ordine dei giornalisti, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati e del Ministero della Salute, è stata promossa anche in tutte le scuole lombarde, perché le giovani generazioni possano imparare a coltivare l’arte della memoria.

“Rappresenta un’occasione importante che può aiutare a conoscere quanto di sbagliato e terribile stato fatto in passato e per impedire che nulla del genere possa più ripetersi nel nostro Paese”, così il Ministro della salute Giulia Grillo, nel messaggio che ha voluto indirizzare agli organizzatori della mostra.