I ragazzi del coro di San Vittore approdano alla Scala di Milano

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Un palcoscenico prestigioso, quello del Teatro alla Scala di Milano, e un brano classico del repertorio lirico, trascinante e simbolico: Il Va’ pensiero del Nabucco di Giuseppe Verdi, canto di schiavi ed esiliati, ma che in questo caso assume il significato di una speranza di riscatto. A interpretarlo è infatti stato il coro “La Nave” di San Vittore, composto da detenuti – pazienti,  con problemi di dipendenza da sostanze, in occasione dell’evento “Futuro (per)il prossimo” con cui la Fondazione Cariplo ha voluto ripercorrere  sei anni di iniziative a sostegno di progetti di utilità sociale.

Il Coro è una delle attività previste dal percorso di cura del reparto “La Nave” in quanto – sostengono i terapeuti -pone tutti sullo stesso livello, permette di ascoltarsi senza sovrastarsi, di condividere l’emozione dell’esibizione e di sentirsi parte di un gruppo”, mentre la caratteristica di essere aperto alla partecipazione di operatori, volontari e studenti “ porta a superare le barriere della subcultura carceraria, in un’ottica più vicina alla legalità”.

Dalla sua nascita il coro “La nave” si è esibito in diversi eventi esterni affiancando anche  noti interpreti pop come Arisa, in un concerto benefico per bambini terremotati del Messico,  e come Ornella Vanoni, durante la Triennale di Milano. Oggi per la prima volta i coristi  hanno affrontato un brano classico con il supporto di alcuni artisti del “Coro del Teatro alla Scala”.

Nel corso dell’evento, condotto dalla giornalista Tiziana Ferrario,  le Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni ha eseguito brani classici mentre l’attrice Sonia Bergamasco, ha interpretato una rilettura del brano manzoniano “Là c’è la Provvidenza.
Ma  “Futuro(per)il Prossimo”è stata anche l’occasione per salutare il Presidente Giuseppe Guzzetti che, dopo 22 anni, lascia la guida della Fondazione CARIPLO.
Nel tracciare un bilancio delle iniziative degli ultimi anni e nel ribadire l’efficacia di un welfare comune che unisca istituzioni pubbliche, private e privato sociale,  Guzzetti ha detto di aspettarsi di «una Fondazione di dopodomani ancora migliore di questa, perché piena di giovani generosi e competenti, due terzi donne e un terzo uomini”.