Il carcere di Arienzo intitolato all’agente Gennaro De Angelis

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“E’ lui”, pochi attimi carichi di silenzio e stupore e Gennaro De Angelis cade sotto i colpi di pistola. Agente di custodia , 37 anni, in servizio nel carcere napoletano di Poggioreale, sposato e padre di tre bambini, viene colpito a morte la sera del 15 ottobre 1982, mentre sta giocando a carte in un circolo ricreativo di Cesa, paese dove era nato, nella provincia di Caserta. Due sicari a volto coperto entrano nel locale, lo individuano e fanno fuoco. Nell’azione viene ferito anche un pensionato, Pasquale Marino, che morirà quattro giorni dopo in ospedale.

Le indagini della magistratura e il successivo processo stabilirono che nella natura dell’incarico di addetto alla ricezione pacchi per i detenuti, affidato a De Angelis, fosse da ricercare il motivo dell’agguato organizzato dalla camorra e la ragione della condanna a morte. Le cronache dell’epoca raccontano infatti del clima che si respirava a Poggioreale, dove le bande di camorra regolavano i loro conti uccidendo i nemici in carcere: l’ipotesi è che l’agente non si sia piegato alla richiesta di far entrare armi all’interno dei pacchi destinati ai detenuti, salvando così la vita di altri.

Carcere di Arienzo intitolato a Gennaro De Angelis

A distanza di 38 anni, oggi il carcere di Arienzo viene intitolato alla memoria dell’agente che disse di no alla camorra. Alla cerimonia, che si è tenuta nel piazzale dell’istituto, hanno partecipato Vincenzo De Angelis, figlio dell’agente, Bernardo Petralia, capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Antonio Fullone, provveditore del DAP per la Campania, Annalaura Fusco, direttore del carcere, e Pasquale Spampanato, comandante del Reparto di Polizia penitenziaria. Al termine degli interventi, è stata scoperta una stele commemorativa e deposta dal capo del Dap una corona di alloro.

Gennaro De Angelis è stato riconosciuto dal ministero dell’Interno “Vittima del dovere” e, successivamente, “Vittima della criminalità organizzata”.