Il Codice Rosso applicato a Tivoli: dalla teoria al caso concreto

Francesco Menditto procuratore della repubblica di Tivoli
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Grazie all’attività investigativa congiunta tra la procura di Tivoli, coordinata da Arianna Armanini, e i Carabinieri della stazione di Campagnano di Roma e della compagnia di Bracciano (dipendenti dal Gruppo Carabinieri di Ostia) è stato possibile applicare la misura cautelare del carcere nei confronti di un 42enne italiano, N.D., sospettato di aver violentato e rapinato tre donne che si prostituivano.

La fiducia riposta nelle istituzioni da due delle vittime accertate – che spesso non denunciano le numerose violenze subite perché certe di non essere credute a causa della loro attività di prostitute – ha permesso di identificare l’aggressore mediante preziosi elementi forniti all’indagine e di far emergere addirittura un terzo identico crimine accaduto nel 2016 e rimasto fino a quel momento irrisolto.

L’operazione, annunciata in conferenza stampa dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, Francesco Menditto, ha anche permesso di presentare le prime valutazioni sull’attuazione, nel circondario del Comune laziale, della Legge “Codice rosso”, la n. 69 del 2019, entrata in vigore lo scorso 9 agosto.

“Codice rosso – ha dichiarato il procuratore Menditto – ci dà un obiettivo che è la ragione per cui è stata emanata e che condividiamo completamente: assicurare la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere nel più breve tempo possibile. Ci si augura che l’esempio delle donne che denunciano venga seguito da altre che hanno subito violenza”.

E il funzionamento della nuova legge nel circondario di Tivoli registra un trend positivo così come testimonia Gabriele Iuzzolino, uno dei quattro magistrati che insieme ad Arianna Armanini, Antonio Altobelli e Andrea Calice, fa parte del gruppo di lavoro della procura di Tivoli: “I test che abbiamo fatto in queste settimane dall’applicazione della legge sono molto confortanti perché dimostrano la capacità del sistema di reagire in questi termini stretti alle domande di tutela”.

Una risposta positiva anche grazie alla creazione di locali dedicati allo “Spazio ascolto vittime”  nella procura della Repubblica della cittadina alle porte di Roma dove sono presenti, per tre giorni a settimana, psicologhe volontarie, personale di polizia giudiziaria, avvocati donne dell’ordine e della camera penale in contatto con personale dei servizi sociale e della ASL. A Tivoli si è lavorato perché si venisse a creare una proficua sinergia tra la procura e la polizia giudiziaria, debitamente formata per contrastare questi reati. È stato anche prodotto un opuscolo informativo per le persone offese scritto in un linguaggio comprensibile.

Tra le novità introdotte da questa legge, presentata nell’ottobre scorso al Ministero della Giustizia da Alfonso Bonafede, Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker , “l’aumento del termine entro cui la vittima può presentare la querela nella violenza sessuale – spiega Andrea Calice – è molto importante. Adesso è di un anno, mentre prima era di 6 mesi. In questo modo si dà alla donna il tempo di maturare una decisione molto complessa che riguarda la propria vita intima”.

“Penso sia molto positivo che il Parlamento abbia risposto con una legge alle istanze della popolazione – ha commentato Arianna Armanini -. Bisogna continuare su questa strada perché questo è un modo per sensibilizzare e per aiutare tutti”.