Il lavoro di pubblica utilità entra nelle Università

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“Educare è il principio cardine dell’Università, Aprendo le porte dei nostri atenei diamo agli imputati messi alla prova non solo la possibilità di svolgere un servizio di pubblica utilità, ma di entrare a contatto con comunità fondate su valori positivi di crescita culturale oltre che personale”. Queste le parole con cui Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha commentato la stretta collaborazione avviata tra il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane CRUI, anche in base alla Convenzione Quadro sottoscritta il 27 gennaio 2016, e ha continuato affermando che la collaborazione vuole essere “Un dialogo sistematico e strutturato tra la Conferenza dei Rettori e il Ministero che punta a sperimentare pratiche innovative e ad avvicinare ulteriormente l’Università ai bisogni della società, contribuendo a una crescita equa ed inclusiva”.

La collaborazione –  che  prevede lo sviluppo di sinergie sia a livello nazionale fra la Direzione Generale per l’esecuzione penale esterna e di messa alla prova e la CRUI, che a livello locale fra le singole Università statali e gli Uffici di esecuzione penale esterna – consentirà ad alcuni  imputati di reato, con misura della messa alla prova, individuati dagli Uffici di esecuzione penale esterna, di svolgere lavori di pubblica utilità all’interno delle Università italiane.
L’azione degli uffici di esecuzione penale esterna sarà indirizzata soprattutto a fornire alle Università statali,  tutti i chiarimenti e le informazioni necessarie alla piena comprensione delle finalità dell’istituto della messa alla prova per  adulti,  a favorire i contatti tra le Università statali ed i tribunali ordinari e  a supportare le Università per favorire la stipula delle convenzioni per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità.
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane si rende invece disponibile a sollecitare le Università statali a prendere contatti con i tribunali, avvalendosi anche della collaborazione degli uffici di esecuzione penale esterna, per  stipulare convenzioni locali per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, per individuare il numero di imputati che potranno  essere inseriti nei lavori, per individuare le tipologie di attività lavorative idonee allo scopo sociale.