In Campania una filiera di prodotti agroalimentari dal carcere

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Le iniziative agroalimentari presenti nelle carceri campane entreranno a far parte di un’unica filiera produttiva che si avvarrà del supporto tecnico di Coldiretti Regionale per definire percorsi di sviluppo e per favorire l’imprenditorialità dei detenuti fornendo loro anche un’adeguata formazione professionale. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa firmato oggi dalla provveditrice dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania Lucia Castellano, dalla dirigente dell’UIEPE, Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna Campania, Claudia Nannola e dal direttore regionale di Coldiretti Ettore Belelli.

Progetti che attengono allo sviluppo dei tenimenti agricoli e degli spazi verdi sono già avviati negli istituti di Carinola, Caserta, Aversa e Arienzo. “Ora l’obiettivo, ha spiegato il direttore regionale di Coldiretti, Salvatore Loffreda, è coinvolgere il maggior numero possibile di istituti presenti sul territorio in modo da istituire filiere produttive e trasformative dei prodotti con il coordinamento dell’Amministrazione penitenziaria”.

“L’Amministrazione penitenziaria della Campania è impegnata in un ambizioso progetto regionale per implementare e specializzare i percorsi di inclusione socio lavorativa e di formazione per le persone detenute”, ha aggiunto Lucia Castellano. “L’accordo che sottoscriviamo intende creare e valorizzare una filiera agricola regionale, avvalendosi della preziosa collaborazione di Coldiretti, che sin dall’istituzione del Commissione regionale per il lavoro penitenziario, insediatasi lo scorso mese di marzo, ha messo a disposizione il proprio know out e ogni utile forma di collaborazione per la realizzazione di percorsi professionali e formativi nel settore agricolo.”

Nel corso dell’evento è stato presentato “Fatti a manetta“, il logo dell’iniziativa realizzato da Domenico Miglio, giovane graphic designer pugliese vincitore del concorso di idee per la creazione di un segno distintivo dei prodotti realizzati negli istituti penitenziari della Regione Campania bandito dall’associazione il Carcere Possibile onlus. L’idea è stata premiata per “l’‘originalità, la sottile ironia del claim e l’adattabilità ai vari prodotti”. Il segno distintivo potrà essere apposto su oggetti di artigianato, confezioni di prodotti agroalimentari, tessuti e manufatti per raccontare ai cittadini un carcere in grado di realizzare produzioni di qualità e di offrire ai detenuti una formazione utile al reinserimento sociale.