Da Rebibbia pianificavano acquisto di armi e traffico di droga

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Nelle prime ore della mattinata, a conclusione di una lunga indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, personale della Squadra Mobile di Roma e del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, ha eseguito quattro misure cautelari nei confronti di due uomini e due donne tra Roma e Civitavecchia. Nel dettaglio si tratta di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, una misura di arresti domiciliari e un obbligo di firma.

Il provvedimento, disposto dal Gip di Roma, rappresenta un serio colpo alla banda, composta da pregiudicati, che pianificava dall’interno del penitenziario di Rebibbia reati da compiere all’esterno come l’acquisizione di armi e l’introduzione nel carcere romano di sostanze stupefacenti.

Grazie ad alcuni controlli del personale della Polizia Penitenziaria all’interno delle celle di Rebibbia sono stati scoperti microcellulari che venivano utilizzati per comunicare con familiari e altri soggetti all’esterno. Contatti necessari per organizzare diverse attività, due in particolare: l’approvvigionamento sia di armi, da reperire nel quartiere romano di Tor Bella Monaca, sia di sostanze stupefacenti. Gli stessi esponenti della banda poi approfittavano dei permessi premio concessi per organizzare meglio le attività.

La droga – soprattutto pasticche di subutex equiparabili a sostanze stupefacenti – veniva introdotta in carcere dalle donne, legate agli esponenti della banda, che la nascondevano nelle parti intime.

Una volta entrata all’interno di Rebibbia, la droga veniva successivamente spacciata ad altri reclusi.

In seguito a una complessa attività svolta dalla Polizia Penitenziaria sono state sequestrate ingenti quantità di compresse sublinguali.