Carceri, cresce il numero di detenuti iscritti all’Università

Studenti in carcere
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Dati incoraggianti giungono dalla Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari (CNUPP), istituita presso la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) il 9 aprile 2018, impegnata a garantire il diritto allo studio agli studenti detenuti o sottoposti a misure di privazione della libertà personale.

Sono 1.034, infatti, gli iscritti nell’anno accademico in corso, con un incremento positivo del +29,9% rispetto al periodo 2018-19, quando gli studenti erano 796. Ancor più apprezzabile, l’aumento della componente femminile, che passa da appena 28 studentesse nel 2018-19, a 64 nel 2020-21 (+128,6%), circa il 6,2% del totale.

L’87% degli studenti in regime detentivo attualmente iscritti, segue corsi di laurea triennale, mentre il restante 13% frequenta corsi di laurea magistrale. Le aree disciplinari più seguite sono quella politico-sociale (25,4%), quella artistico-letteraria (18,6%), l’area giuridica (15,1%) seguita da quella agronomico-ambientale (13,7%), l’area psico-pedagogica (7,4%) e quella storico-filosofica (7,3%), l’area economica (6,5%) e altre aree (6%).

Ad oggi sono 82 gli istituti penitenziari in cui operano i PUP (Polo universitario penitenziario), realtà nata a Torino e poi replicata, con differenze locali, in altre sedi universitarie. Il confronto avviato con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare con la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento, competente per le attività formative, ha permesso di siglare un protocollo d’intesa nel settembre del 2019 che definisce le modalità di interazione tra CNUPP e DAP.