In Sicilia il primo cammino giudiziario per detenuti e ragazzi di comunità
14 Giugno 2022
Il progetto Rotary “Liberi di leggere” ha previsto, lo scorso maggio, la realizzazione di un percorso esperienziale di tre giorni sull’Etna, con la possibilità di sperimentare il valore della “camminata” quale strumento per mettersi in gioco sia individualmente che in gruppo.
La compagnia, composta da cinque ragazzi di entrambi i sessi, due detenuti, due collocati in comunità e uno in permanenza in casa, ha percorso a piedi, zaino in spalla, circa venti chilometri all’interno del Parco dell’Etna, fermandosi a dormire nei rifugi messi a disposizione dalla Forestale.
Il plusvalore del cammino giudiziario è stato rappresentato dalla presenza qualificata degli operatori della giustizia minorile, dall’assistente sociale Angela Giarrizzo e dall’educatore Roberto Putzu, affiancati dalla presidentessa del Rotary Club Anna Cavallotto e dall’esperto bushcraft Danilo Jeraci.

Per gli operatori minorili si è trattato di un’esperienza innovativa di rimodulazione della relazione educativa in spazi operativi decisamente differenti dai consueti setting professionali, senza perdere di vista i propri ruoli professionali e l’asimmetria relazionale in una cornice di conquistata fiducia nei rapporti e di prossimità emotiva.

CAMMINO, inteso come viaggio introspettivo per attraversare emotivamente la fatica di un percorso lungo e difficile, in vista di una meta percepita a volte quasi irraggiungibile.
GIUDIZIARIO, perché la formazione professionale degli accompagnatori ha integrato il metodo e le tecniche di animazione, delineandosi sempre entro la cornice dei principi e della metodologia del Servizio socio–educativo della giustizia minorile, con l’obiettivo di facilitare nei giovani partecipanti una risignificazione della propria esperienza penale e dei processi che hanno determinato la commissione di reati o l’avvio di carriere devianti.
I risultati sono andati ben oltre le iniziali aspettative, grazie alla disponibilità di tutti i partecipanti a lasciarsi coinvolgere in modo pieno e autentico. Ciò ha permesso la narrazione di sé fuori dalle abituali maschere sociali e ha aperto degli inimmaginabili varchi di comprensibilità del proprio sé, oltre che potenziare in ognuno le proprie capacità di ascolto.


