Cartabia inaugura Giardino della solidarietà: “Rieducazione essenziale”

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La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha inaugurato a Viterbo il “Giardino della Solidarietà”, il parco realizzato nel quartiere di Riello, attorno al Palazzo di Giustizia, e curato dai detenuti del locale istituto penitenziario e dagli studenti dell’Università della Tuscia. L’idea nasce da un accordo siglato tra azienda agraria dell’Unitus, Tribunale e Procura, Università della Tuscia, Casa circondariale, Ordine degli avvocati e alcune aziende private.

Si tratta del primo progetto del genere in Italia a vantaggio del verde urbano, del contrasto ai cambiamenti climatici e della qualità dell’aria con importanti finalità formative. Selezionate e inserite oltre 800 piante dai colori accesi in grado di richiamare l’attenzione dei passanti, il progetto vanta importanti doti educative per gli studenti e una spinta al reinserimento sociale per i detenuti che ne aiutano la cura.

Ad accompagnare la ministra Maria Rosaria Covelli, già presidente del Tribunale di Viterbo, da poco chiamata a dirigere l’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia che così ha commentato: “La collaborazione sinergica ai fini della realizzazione di un progetto comune e condiviso non solo tra istituzioni del territorio ma anche, e direi soprattutto,  tra soggetti pubblici e soggetti privati  è  una delle peculiarità di questa iniziativa e credo abbia anche contribuito al  rapporto di fiducia e di affidamento che fonda la credibilità della Amministrazione della Giustizia”

A visitare il nuovo spazio verde anche il procuratore capo Paolo Auriemma, il sindaco di Viterbo Giovanni Arena, il rettore dell’Università della Tuscia Stefano Ubertini e molte altre autorità.

Nel ‘Giardino della solidarietà’, realizzato grazie all’impegno di studenti e detenuti, “Vedo rispecchiato quel volto costituzionale della pena che è stato richiamato in tante sentenze della Corte Costituzionale a partire dalla interpretazione di quella articolo 27 che mira alla rieducazione e reinserimento sociale di tutti”, ha sottolineato la Guardasigilli.

“I magistrati italiani sono oltre 10 mila – ha detto la ministra – e non mi stancherò di ricordare come la stragrande maggioranza sia protagonista di storie positive, di serietà, di operosità di dedizione”. E proprio per questo un’iniziativa come quella di Viterbo merita di essere conosciuta: “Il Giardino della Solidarietà è uno splendido esempio visibile di questa operosità che deve venire alla luce”.

Marta Cartabia ha poi messo in evidenza i frutti che una giustizia efficiente, che assicura tempi certi e risposte efficaci, possa portare all’intera società civile. E ha sottolineato l’avvio di due delle riforme inserite nel piano del Recovery, quella del processo civile – ora all’esame del Senato – e quella dell’Ufficio del Processo, già sperimentata in diverse realtà giudiziarie.

Richiamando gli effetti propri della cura applicata al Giardino della Solidarietà, la ministra ha altresì chiarito che iniziative come questa – un progetto fondato sull’educazione e sulla rieducazione – contribuiscono alla realizzazione di un importante principio costituzionale. In particolare attraverso il dettato dell’articolo 27, l’espiazione della pena che mira al reinserimento: “Non dimentichiamoci che ogni detenuto che riesce a reinserirsi, soprattutto con il lavoro sorretto da un’adeguata formazione, è un detenuto che più difficilmente tornerà a delinquere”.