Innovazione e continuità: ecco la nuova squadra al Ministero

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Molti volti nuovi e qualche conferma. Il neoministro della Giustizia ha completato la nuova squadra che si è insediata in via Arenula. Un concetto, quello di “squadra”, tanto caro ad Alfonso Bonafede che ne ha fatto un modus operandi e ritenuto la vera arma vincente per portare a termine tutti gli obiettivi messi nero su bianco nel contratto del governo del cambiamento.

Perché se, come ha detto in uno delle sue prime uscite da nuovo responsabile della Giustizia, ritiene la continuità un valore per il buon andamento dell’Amministrazione, la squadra è, però, il mezzo per raggiungere il risultato, l’irrinunciabile pentagramma su cui scrivere la partitura di questa nuova legislatura per il suo dicastero.

“Gli obiettivi andranno raggiunti tutti assieme: il progetto è ambizioso e dobbiamo essere una squadra” così ha detto il nuovo Guardasigilli, quando il 4 giugno ha voluto, fra i primi riti, consumare quello del saluto ai dipendenti. Ha promesso che prima della fine del suo mandato li avrà conosciuti uno ad uno, ma nel frattempo ha chiesto loro di sentirsi parte del progetto, parte attiva di questa sfida “che aspetta tutti, ciascuno nel proprio ruolo”.  Ed è esattamente a proposito del ruolo, che ha anche detto che chiederà a coloro che gli saranno più vicini, a quelli che per posizione avranno più responsabilità, “di aprirsi al dialogo con il resto della squadra”.

Ora è arrivato il momento di iniziare a costituire il gruppo di vertice del Ministero della Giustizia che, per ruolo e competenza, dovrà coadiuvare il Ministro nel suo compito di guida del dicastero. L’organigramma, che porta in sé consistenti innesti di novità assieme a figure non nuove ad incarichi nel Ministero, sarà chiamato a studiare non solo metodi di lavoro e un nuovo e complessivo modo di amministrare la macchina della giustizia, ma anche a considerare, valutare e proseguire le esperienze positive già fatte, non disperdendo i risultati ottenuti, perché, come il Ministro Bonafede ha avuto modo di dire: “in passato forse la struttura amministrativa ha risentito dei vari cambi”, in cui si tendeva ad accantonare ciò che si trovava, ”a buttare all’aria” in ragione soltanto di un pregiudizio, senza la necessaria e obiettiva valutazione. “Non sarà così per me” ha voluto chiarire, parlando proprio a chi con quelle scelte ogni giorno si confronta nell’attendere alle proprie funzioni “perché credo che in ogni esperienza ci sia senz’altro una parte positiva”.

Nei giorni scorsi il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura si è riunito per deliberare sui provvedimenti che hanno messo fuori ruolo i magistrati indicati dal Ministro. La richiesta è transitata prima dalla Terza Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura e, quindi, dopo il parere del Consiglio giudiziario, è stata sottoposta al Plenum che ha concluso l’iter, approvando la delibera alla presenza del suo Presidente, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, e del Guardasigilli.

E allora conosciamo le nuove figure di vertice.

Uno tra i più stretti collaboratori del Ministro sarà  Fulvio Baldi, neo Capo di Gabinetto. Sostituto procuratore generale della Cassazione, entra in magistratura nel 1992. PM ad Avellino fino al 1997, a Salerno come Pretore fino al 1999, prima, e poi Giudice di tribunale fino al 2001. Arriva a Roma, come magistrato della Segreteria e dell’Ufficio studi del CSM fino al 2007. Nel 2008 approda al Massimario della Cassazione, come coordinatore del settore penale, e da ultimo in Procura generale.

Gianluca Massaro, uno dei due vice che affiancheranno Baldi, è la rappresentazione plastica della regola “bonafediana” circa la continuità come valore. Quando, infatti, il nuovo Guardasigilli arriva al Ministero lo trova già distaccato dal novembre 2017 al Servizio interrogazioni parlamentari e chiede al CSM la prosecuzione del suo fuori ruolo. Classe 1975, giudice del Tribunale di Siena con funzioni penali, entra in magistratura nel 2008 in Corte d’appello a Firenze. Quindi Giudice a Vercelli fino al 2014, con funzioni civili e, successivamente, penali, fino al 2018.

Massaro, oneri e onori li condividerà con il quasi coetaneo Leonardo Pucci, classe 1977. Giudice del Lavoro ad Arezzo, in magistratura dal 2008 con assegnazione al distretto della Corte d’appello di Firenze, nel 2009 assume le funzioni di Giudice del lavoro al Tribunale di Potenza. Nella sua carriera si è occupato, tra l’altro, di malattie professionali, in particolare di lesioni da esposizione all’amianto, come quelle che hanno riguardato i lavoratori della Sacfem.

Tra le diverse attribuzioni dell’Ufficio di Gabinetto, è prevista la cura dei rapporti con l’Ufficio legislativo e con l’Ispettorato; il coordinamento degli altri uffici di diretta collaborazione; la gestione dei rapporti con il Parlamento, per il sindacato ispettivo, di quelli con il CSM, con riferimento alle attribuzioni proprie del Ministro in ordine ai magistrati, ed il coordinamento dei diversi centri di responsabilità.

All’Ufficio Legislativo arriva Mauro Vitiello (1961)Sostituto procuratore generale della Corte di cassazione, in magistratura dal 1986. Dalla Corte d’appello di Milano come tirocinante, viene assegnato al Tribunale di Vigevano come GIP/GUP e poi trasferito a Pavia con le stesse funzioni. Successivamente si sposta in Procura fino al 2003 e, ancora, Tribunale di Milano, fino al 2013, e Tribunale di Bergamo fino al 2017, anno in cui approda in Corte di Cassazione.

Lo studio e la proposta di interventi normativi, la collaborazione con il Ministro degli esteri nella negoziazione di convenzioni internazionali in materia di assistenza giudiziaria, estradizione e stato civile, sono solo alcune delle competenze che l’articolo 7 del DPR 2001/315 affida all’Ufficio che è stato chiamato a dirigere.

All’Ispettorato generale, altro ufficio di diretta collaborazione col Ministro, sono in arrivo Andrea Nocera, con funzioni di Capo dell’Ufficio, e Liborio Fazzi, in veste di vice. Le attività assegnate all’Ufficio dalla legge del 1962, vengono svolte in coordinamento con il Dipartimento per gli Affari di Giustizia e con il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, e sono compiti di controllo dei quali informa il Ministro o il CSM.

Andrea Nocera (1965), Magistrato addetto all’Ufficio del Massimario-Corte di cassazione, è in magistratura dal 1991. Giudice della sorveglianza nel Tribunale di Sassari, Sostituto procuratore a Torre Annunziata e ancora Giudice monocratico e collegiale nel Tribunale di Napoli fino al 2006. Nel 2008 magistrato addetto all’Ufficio I della Direzione Magistrati del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria e successivamente all’Ispettorato generale.

Suo collaboratore designato Liborio Fazzi (1969), Giudice del Tribunale di Palmi, in magistratura dal 1997. Compie il tirocinio al Tribunale di Messina, dove rimane fino al 2008 con funzioni di giudice del Tribunale per i minorenni e del Tribunale civile. Nel 2011 in Corte d’appello di Reggio Calabria con funzioni penali e poi dal 2012 distaccato al CSM fino al 2017.