Aumentano spionaggio digitale e cyberattacchi Allerta ‘lupi solitari’

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Il fenomeno dei ‘radicalizzati in casa’ e quello dei foreign fighter partiti per la Siria o l’Iraq, e a vario titolo collegati con l’Italia, sono gli ambiti su cui è maggiore l’impegno dell’intelligence italiana. E’ quanto emerge dalla Relazione annuale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), presentata oggi nella sede della Presidenza del Consiglio. In particolare, risulta in espansione la minaccia legata ai combattenti stranieri: sono 138 quelli monitorati mentre erano 129 nella precedente rilevazione. Secondo le analisi dei nostri 007 si tratta di un bacino “sempre più ampio e sfuggente che richiede un attento monitoraggio per cogliere segnali del possibile passaggio dalla radicalizzazione all’attivazione violenta”.

Uno dei passaggi centrali della Relazione dei servizi riguarda il rapporto tra web e strategie di reclutamento e radicalizzazione: “La Rete continua a essere impiegata per rilanciare, a ritmo martellante, messaggio e propaganda radicali, nonché appelli di tono istigatorio e indicazioni specificamente tarate sulla platea dei ‘lupi solitari’, cui vengono additate modalità operative a basso costo e massima resa”.

Attenzione alta anche sul massiccio aumento dei cyberattacchi: “Emerge un numero complessivo di azioni ostili più che quintuplicato rispetto al 2017, prevalentemente a danno dei sistemi informatici di pubbliche amministrazioni centrali e locali. Lo sforzo più significativo riguarda il contrasto di campagne di spionaggio digitale, gran parte delle quali verosimilmente riconducibili a gruppi ostili strutturati, contigui ad apparati governativi o che da questi ultimi hanno ricevuto linee di indirizzo strategico e supporto finanziario”.  In quest’ottica il Dis, in vista delle elezioni europee di maggio, ha deciso di svolgere lo scorso novembre “un esercizio specifico per cogliere eventuali indizi di influenza, interferenza o condizionamento del processo elettorale”.

Sull’uccisione di Giulio Regeni, infine, l’intelligence scrive: “L’Egitto deve ancora compiutamente affrancarsi da quelle opacità che hanno sin qui impedito di fare luce sull’uccisione dello studente italiano”.