La lezione di Gennaro:
“La vita dietro le sbarre
m’ha cambiato. In meglio”

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“La mia vita è cambiata in meglio dal momento in cui ho varcato il cancello del carcere di Bellizzi, ad Avellino”. Si chiama Gennaro Cozzi, detenuto nel penitenziario irpino, l’autore di una lettera che spiazza. Una lettera scritta per spiegare che la sua vita è migliorata dietro le sbarre.

“Ora sono felice, ho un lavoro e questa esperienza mi ha insegnato ad essere una persona diversa. Quando uscirò da qui (nel 2022, ndr) sono sicuro che affronterò la vita in maniera diversa. Sono
stato trasferito in questo penitenziario il 16 giugno del 2016. Qui dentro ho avviato un percorso di rieducazione e reinserimento e per questo motivo mi sento di ringraziare le persone che mi sono state vicine e che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi: l’ispettore del reparto e i suoi collaboratori. Mi hanno aiutato soprattutto psicologicamente nel periodo in cui sono stato abbandonato dalla mia convivente. Un periodo lungo, in cui ho dovuto sopportare l’assenza dei miei figli. E attraverso questa missiva, vorrei esprimere tutta lamia gratitudine agli operatori che mi hanno supportato, ma anche ai miei compagni di cella, perché penso: se non fosse stato per loro, chissà oggi dove sarei stato. Ho vissuto momenti davvero bui. Abbandonato dagli affetti più cari, nessuno più veniva a trovarmi in carcere, caduto nello sconforto più profondo”.

“Qui dentro ho ritrovato la mia dignità – continua Cozzi nella lettera – con il lavoro e la scuola da chef che ho frequentato. La mia vita è cambiata anche fuori. Ho acquisito più sicurezza e consapevolezza che posso vivere una vita migliore. Ognuno di noi deve pensare alla propria meta e non a quanto sia lungo il tragitto. Ognuno di noi deve rimboccarsi le maniche e non avere paura del percorso cui è stato destinato. Non c’è vittoria senza ferita, non c’è arcobaleno senza pioggia. Questa lettera è un  modo per dire grazie a coloro che mi hanno aiutato, che possa servire a riscattarmi di tutto il male che ho fatto in passato. Oggi, dopo tanto buio, c’è una luce in me e ringrazio solo chi mi ha teso una mano”.