‘La mia libertà’: anche una canzone può aiutare a crescere

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“La musica in questo contesto dovrebbe essere una consuetudine, mica un fatto eccezionale. Lo so bene quanto può aiutare, perché quando sono stato dietro le sbarre ho conosciuto bene quell’altra faccia dell’umanità, che con una canzone può crescere tantissimo”. Così Franco Califano molti anni fa, dopo una delle sue tante esibizioni in carcere (nella foto di copertina),  parlava del senso della musica oltre le sbarre (Repubblica, 19 dicembre 1999).

Al cantautore romano scomparso nel 2013 è dedicata “La mia libertà – Note in carcere”,  manifestazione  che quest’estate porterà musica e interpreti famosi negli istituti penitenziari di Roma e provincia e che nel titolo si ispira proprio a uno dei maggiori successi del Califfo.

“Califano era molto sensibile al tema della detenzione e aveva espresso il desiderio, prima che ci lasciasse, di lavorare a un progetto che portasse la musica nelle carceri” spiega Giuseppe Cangemi vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, promotore dell’iniziativa, realizzata assieme all’agenzia  Joe&Joe.

Dolcenera, Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi e il duo Marcello CirilloMario Zamma sono gli artisti che hanno accolto l’invito e che si esibiranno a luglio e settembre all’interno degli istituti di pena.

Paolo Vallesi,
autore di successi come La forza della vita e vincitore di recente del programma “Ora o mai più” , aprirà la manifestazione il 23 luglio con il concerto nella casa circondariale di Rebibbia Femminile.  Due date in programma per il  duo di musicisti e conduttori Marcello Cirillo e Mario Zamma  che si esibiranno il 27 luglio a Velletri e il 29 luglio a Regina Coeli.  Dolcenera sarà sul palco della casa circondariale di Rebibbia NC il 4 settembre, mentre la chiusura sarà affidata al concerto di Enrico Ruggeri nella casa circondariale di Civitavecchia

“La musica, come il teatro e lo sport – ha aggiunto Cangemi – può contribuire al processo di rieducazione dei detenuti e per questo ringrazio gli artisti che, con grande sensibilità, hanno accettato di partecipare. Sono certo che sarà un’esperienza formativa per tutti e mi auguro possa essere replicata anche nelle strutture penitenziarie delle altre province del Lazio”.