La ministra Cartabia al Csm: “L’Upp strumento utile per rigenerazione”

Cartabia al CSM
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“Abbiamo davanti a noi una chance di rinnovamento della fiducia nel fondamentale compito affidato alla magistratura. Fiducia da parte dei cittadini; fiducia da parte delle giovani generazioni, che credono nella giustizia, fiducia inoltre da parte degli osservatori internazionali, che seguono da vicino il percorso in atto nel nostro Paese, ma anche – e non è secondaria – ha aggiunto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia: “Fiducia in noi stessi, nelle istituzioni preposte al servizio giustizia, per attuare quella indispensabile ‘rigenerazione’ di cui parlava qualche giorno fa il Presidente della Repubblica e che può realizzarsi solo con un moto personale di ciascuno di noi”. 

Con queste parole la Guardasigilli si è espressa durante il suo intervento al Csm, a Palazzo dei Marescialli, durante il Convegno sul ruolo strategico dell’Ufficio per il Processo ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per la Guardasigilli: “La diffusione generalizzata dell’Ufficio per il Processo per il sistema italiano, dopo anni di proficua sperimentazione in molti distretti, comporta un cambio di paradigma nell’esercizio della giurisdizione, perché introduce negli uffici giudiziari la dimensione dell’equipe: obiettivi ambiziosi indicati dall’Europa ma raggiungibili solo con un lavoro di squadra”. Qui il ruolo di connessione tra Csm rimane strategico e imprescindibile, dove la stretta collaborazione è necessaria.

“Oggi siamo ad un passaggio essenziale, perché a breve, a novembre, si svolgeranno le prove riguardanti il primo contingente di 8.171 addetti” (per il quale sono arrivate più di 66mila candidature) e ha aggiunto ancora: “Occorrerà nel frattempo, entro dicembre, che i capi degli Uffici provvedano ad elaborare i piani organizzativi. Si sta nel frattempo per aprire anche un nuovo bando per altre 5.410 unità, tra statistici, personale informatico, tecnici: tutte figure necessarie al riammodernamento profondo del sistema giustizia“. La ministra sottolineando l’importanza dell’UPP  ha anche ribadito il focus posto sulla carenza di organico: “Una delle mie prime attenzioni che ho posto quando sono arrivata al ministero è stata quella di riattivare il concorso in magistratura  che si era bloccato, un altro concorso è in vista, c’è stato anche l’ampliamento della pianta organica flessibile. E una richiesta di ulteriore ampliamento della pianta organica è stata avanzata in occasione della presentazione della manovra di bilancio. Vediamo che cosa ci sarà risposto, ma sonla prima ad essere consapevole che le riforme, i cambiamenti sui tempi e sul passo della giustizia avvengono attraverso le risorse umane e che queste risorse umane non possono esaurirsi nell’Ufficio del processo ma debbono necessariamente passare attraverso un incremento di tutto il personale a partire dal numero dei magistrati, che in Italia è di gran lunga inferiore rispetto alle medie dei Paesi europei, e poi dal personale amministrativo”.

Il dibattito è stato aperto da Giovanni Zaccaro, Presidente della VII Commissione del CSM, e introdotto dalla relazione del vice Presidente del CSM, David Ermini, che parlando di innovazione organizzativa, ha fatto appello a “un profondo cambio di mentalità del magistrato accompagnato dal salto culturale che l’Ufficio per il processo impone: qui sta la vera sfida chiesta alla magistratura: obiettivi serrati e ambiziosi” ha precisato Ermini  “da conseguire entro il 2026, con l’abbattimento dell’arretrato civile del 90%, in tutti i gradi di giudizio; riduzione del 40% della durata dei procedimenti civili; riduzione del 25% della durata dei procedimenti penali”.

All’incontro ha preso parte anche, Raffaele Piccirillo, capo di Gabinetto del dicastero della Giustizia che ha voluto sottolineare come il ruolo della formazione sia molto importante nell’Upp, riferendosi: “Non solo a coloro che hanno una responsabilità organizzativa istituzionalizzata ma anche ai singoli magistrati che fruiranno di queste risorse”. E, proseguendo, ha puntualizzato: “Alcune di queste figure avranno funzioni piuttosto estrinseche rispetto allo ius dicere, ma ci saranno anche coloro che studieranno il fascicolo e avranno tutta la funzione di assistenza al giudice. Dal punto di vista dell’organizzazione dell’ufficio, il modello ‘team’ sarà quello base ma poi ogni ufficio lo dovrà adeguare alla propria realtà, attingendo anche dall’esperienza di chi ha già collaudato questi modelli: coloro cioè che hanno avuto dei tirocinanti”.

Per Barbara Fabbrini, capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria: “Riguardo l’Ufficio del processo abbiamo degli obiettivi che sono qualitativi prima che quantitativi. Ecco perché assume importanza il progetto organizzativo, che fornisce una rappresentazione programmatica, tratteggiando le criticità, gli obiettivi e la distribuzione delle risorse. A questo va aggiunta la costruzione dei servizi nei quali noi intendiamo far operare queste nuove risorse degli addetti agli Uffici per il processo”.