Cartabia: “Comunità, meta dell’esecuzione della pena”

Visita della ministra Marta Cartabia al Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità
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“Il  nome di questo dipartimento, nella sua dizione attuale, contiene una parola sulla quale non dobbiamo sorvolare, perché esprime il senso – che forse mi è più caro – del lavoro che viene svolto nel ministero della Giustizia e, in particolare, in questo settore. La ‘Comunità’ è una dimensione umana da cui non si può prescindere, per identificare e comprendere le ragioni del gesto, dell’attività illecita che ha portato le persone a intrecciare le loro vite con le nostre attività”. Con queste parole Marta Cartabia, ministra della Giustizia, veneerdì 26 marzo, ha iniziato la visita al Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, accolta al suo arrivo da Gemma Tuccillo, capo del dipartimento.

“La comunità, la ricostituzione dei legami e il senso di appartenenza che esprime, è sempre la meta verso la quale tendere nella fase di esecuzione della pena” ha continuato Cartabia nel suo saluto, avvenuto anche alla presenza di Claudio Scorza,  vice capo Dipartimento, e dei direttori generali Lucia Castellano e Giuseppe Cacciapuoti. “Questo vale per tutti, a maggior ragione per i minori, che per le ragioni più svariate, spesso radicate in situazioni ambientali e familiari e nel contesto sociale e culturale in cui si sono formati, si ritrovano a intrecciare più o meno una parte consistente della loro vita con le conseguenze di gesti e azioni inaccettabili, per il consorzio sociale ma ancor prima per loro stessi”.

Un messaggio, idealmente rivolto a tutti gli operatori, che evidenzia l’attenzione della Ministra per  il settore dell’esecuzione penale: “Il vostro Dipartimento ci ricorda anche che la pena di cui parla l’art. 27 della Costituzione non è sinonimo di carcere. Il carcere è una delle pene possibili, talora indispensabili, che devono essere inflitte. Ma non è l’unica”.

La Guardasigilli è entrata anche nel merito della missione del Dipartimento, affermando che è“ indispensabile individuare e ricreare legami positivi e rigenerativi e riparare il rapporto spezzato con l’intera comunità. Solo attraverso relazioni rinnovate per i minori, ma invero anche per gli adulti, è possibile promuovere il pieno sviluppo della persona, che porta alla risocializzazione e alla rieducazione, scopo primo e ultimo delle pene previste dal nostro ordinamento”.

Dopo il messaggio, Marta Cartabia ha incontrato i lavoratori del dipartimento, visitando la struttura che li ospita e la sala server della Balduina, dove si svolge anche il monitoraggio dei flussi dei processi civili e penali.

Intervento della ministra Marta Cartabia