La ministra Cartabia visita il “Villaggio dei giovani” a Reggio Calabria

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La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, venerdì ha visitato il Villaggio dei Giovani, bene confiscato alla criminalità organizzata e gestito dall’Associazione Attendiamoci Odv da oltre 12 anni. Accompagnata dal presidente Alfredo Pudano e dall’assistente spirituale don Valerio Chiovaro, la Guardasigilli ha avuto modo di vedere i laboratori per la creatività, le zone residenziali, la cappella e ogni luogo messo a disposizione per la formazione giovanile. La Ministra ha incontrato i tanti giovani presenti, ascoltando le loro storie personali e la loro voglia di riscatto in una terra tanto bella quanto difficile.

La ministra Marta Cartabia in vista al Villaggio dei giovani - Attendiamoci Odv - Reggio Calabria, 21 gennaio 2022
La ministra Marta Cartabia in visita al Villaggio dei giovani – Reggio Calabria, 21 gennaio 2022

“Ho avuto il privilegio di cenare con alcuni giovani qui a Reggio, radunati in un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Ho visto giovani che stanno realizzando i loro sogni professionali, che hanno trovato il loro percorso di studi anche universitari o hanno trovato la loro occupazione lavorativa magari dopo anni di sbandamento e di smarrimento. Volti sorridenti, ragazzi che sanno farsi compagnia e sanno trasmettersi il gusto di restituire agli altri il tanto che hanno ricevuto: giovani coppie, con i loro figli, che si affacciano ora nel mondo”  – ha raccontato la Guardasigilli ai convenuti in Corte d’Appello a Reggio Calabria per l’apertura dell’Anno giudiziario.

Per la Ministra, quella che l’Associazione Attendiamoci ha costruito e sostiene “è la più grande opera di prevenzione: intercettare le inquietudini dei giovani, accompagnarli nella ricerca del loro posto nel mondo, significa strapparli dalla rete della criminalità organizzata e indebolirne la presa sul territorio.” Portare avanti “quel lento, silenzioso, delicato ma fondamentale lavoro di semina di una cultura diversa, passa attraverso la formazione dei giovani, vero argine alla malattia della corruzione, del sotterfugio e del sopruso.”

E prendendo a prestito le parole di Paolo Borsellino, del quale quest’anno ricorre il trentennale della morte nella strage di via D’Amelio, ha concluso: “In mezzo a questi giovani ho respirato davvero quel fresco profumo della libertà“.