Relazione sull’amministrazione
della giustizia

Il cambiamento passa anche da qui
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L’inaugurazione dell’anno giudiziario può essere considerato, senza per questo voler risultare blasfemi, il capodanno della giustizia. Un tempo di considerazioni e bilanci, un momento in cui rallentare i battiti della macchina e ascoltarne il respiro. Uno spazio da usare per comprendere cosa e come lo si è fatto, quanto c’è ancora da fare, come migliorare, se preservare o invece, ipotizzare un cambiamento per migliorare: se insomma gli uomini e le cose hanno risposto alla richiesta di giustizia. Dunque tutta la “macchina pulsante” della giustizia fa il punto e traccia una linea dalla quale poi ripartire.

E anche il Ministero lo fa, predisponendo una Relazione che il Ministro – con la modifica dell’ordinamento giudiziario del 2005 – presenterà al Parlamento. Ogni anno a gennaio il Guardasigilli, unico Ministro di cui la Costituzione dà cenno – all’articolo 110, riconoscendogli, nel rispetto delle competenze del Consiglio superiore della magistratura, “l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia” – ha dunque l’onere di rappresentare ai due rami dell’organo rappresentativo di tutto il popolo italiano, i risultati della sua amministrazione. Ciascun dipartimento, declinato in direzioni e uffici, deve descrivere la propria attività, gli obiettivi individuati all’inizio dell’anno e quelli raggiunti, redigendo un documento che formerà un capitolo della Relazione sull’amministrazione della giustizia.

E’ con le attività del Gabinetto del Ministro, che si occupa anche di redigere il testo con le sintesi inviate dagli uffici dell’amministrazione centrale, che si apre sempre la relazione. Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, il Gabinetto, oltre ad assicurare le funzioni di coordinamento, raccordo e supporto previste dall’ordinamento, cura i rapporti con il Parlamento in materia di sindacato ispettivo e con il Consiglio Superiore della Magistratura in materia di attribuzioni del Ministro in ordine ai magistrati. Assicura il coordinamento tra i diversi centri di responsabilità per la formazione dei documenti di bilancio e per i rapporti con gli organi di controllo, grazie ai Servizi Interrogazioni Parlamentari, Rapporti con il Parlamento, Rapporti con il Consiglio Superiore della Magistratura e all’Area Economico Finanziaria.

Segue la relazione dell’Ufficio legislativo, che fra l’altro, esamina, promuove e attua l’attività normativa nazionale, europea e internazionale, redigendo atti, emendamenti e testi per l’attuazione di direttive comunitarie in coordinamento con il quadro normativo nazionale.

Si passa a quella dell’Ispettorato generale, ufficio di diretta collaborazione come i precedenti, con compiti di vigilanza e controllo sugli uffici giudiziari, i Commissariati agli usi civici, i Tribunali superiori per le acque pubbliche e gli uffici per le notifiche e protesti, che svolge in forma di inchieste o ispezioni, ordinarie, straordinarie, mirate o amministrative.

Quindi, l’Ufficio per il coordinamento dell’attività internazionale, che in sinergia con il Consigliere diplomatico, garantisce la realizzazione delle direttive politico-amministrative formulate dal Ministro, assicurando sia l’armonizzazione e il raccordo del contributo offerto dalle varie articolazioni ministeriali, sia il coordinamento interistituzionale (amministrazioni dello Stato, sedi diplomatiche e organismi internazionali).

Infine, l’Organismo indipendente di valutazione della performance, ufficio di recente istituzione (decreto legislativo 150/2009), in sostituzione dei servizi di controllo interno, che ha fra i suoi compiti anche il monitoraggio e il funzionamento complessivo del sistema di valutazione, trasparenza e integrità dei controlli interni, rilevandone le criticità e comunicandole – fra l’altro – alla Corte dei conti e all’Ispettorato per la funzione pubblica.

La Relazione prosegue con le attività delle quattro principali articolazioni dell’Amministrazione. Il dipartimento degli Affari di Giustizia, che si occupa della regolamentazione dell’attività amministrativa connessa al processo civile e al processo penale, degli ordini professionali e dell’attività internazionale; il dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, che si occupa del funzionamento e dei servizi offerti dagli uffici giudiziari e della gestione del personale che vi opera; il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, responsabile degli aspetti organizzativi dell’esecuzione penale negli istituti penitenziari e dell’organizzazione del personale sia amministrativo sia penitenziario, e infine, il dipartimento della Giustizia minorile, competente in materia di esecuzione penale per i minori, aggiungendo dal 2015 anche l’esecuzione penale esterna e la messa alla prova per gli adulti.

La Relazione del Ministero viene completata e conclusa dalle attività della Direzione generale per il Coordinamento delle politiche di coesione, istituita con il Regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia (adottato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2015), che svolge funzioni di coordinamento per lo sviluppo dei programmi e degli interventi per il miglioramento dell’organizzazione del sistema giustizia. Uno degli obiettivi prioritari è quello che riguarda la programmazione e l’utilizzo dei fondi strutturali del PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020.