“La violenza non c’entra con l’amore. Alle donne dico di denunciare”

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“L’amore è l’esatto contrario della violenza e laddove c’è violenza non ci può essere amore”. E’ questo il pensiero espresso dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel corso dell’intervista rilasciata a Mara Venier nel salotto di Domenica In, alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Secondo il Guardasigilli “abbiamo un problema in Italia: quando leggo i dati stento a credere che sia il mio Paese. Sono dati agghiaccianti che ci dicono che c’è un’emergenza e c’è un problema importante”. Spesso chi commette un femminicidio, constata Bonafede, “ha le chiavi di casa”.

Lo Stato deve stare al fianco delle donne e dei loro figli, un concetto che il ministro della Giustizia esprime in maniera chiara: “Quando la donna va a denunciare – spiega il ministro – è il momento in cui lo Stato deve prendere per mano la donna e i suoi figli e accompagnarli, perché hanno paura e per paura molte donne non denunciano per il bene dei figli e io voglio dire a queste donne: denunciate, perché ora ci sono strumenti nuovi. E’ l’appello che faccio pubblicamente alle donne vittime di violenza, denunciate”. E quando la legge arriva tardi, lo Stato ha anche il dovere di chiedere scusa ai familiari delle vittime: “Purtroppo è successo – afferma Bonafede – e l’unica cosa che possiamo dire è: ‘Mi dispiace che lo Stato non sia riuscito a difendere sua figlia’”.

Nessuna giustificazione, nessuno sconto, per chi usa violenza nei confronti delle donne. Al contrario, attenzione, fermezza e determinazione lungo un percorso che deve garantire la certezza della pena: “Niente sconti di pena, sono inaccettabili – spiega il Guardasigilli -. Tempeste emotive alla base di episodi efferati? No, non ci sono giustificazioni che possano indurre a usare violenza nei confronti delle donne, lo Stato non può consentire che si insinui il men che minimo dubbio su un possibile ritorno del concetto di delitto d’onore”.