Lavori di pubblica utilità: intesa Dap-Comune di Firenze

Protocollo d'intesa fra Dap e Comune di Firenze (credits Ministero della Giustizia)
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Recuperare i detenuti attraverso un percorso di formazione come giardinieri e il successivo svolgimento di attività di cura del verde di orti urbani e giardini della città. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa sottoscritto oggi a Palazzo Vecchio tra Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Comune di Firenze. Presenti il Direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dap Gianfranco De Gesu, il Provveditore per la Toscana e l’Umbria Pierpaolo D’Andria, la Direttrice della Casa circondariale di Sollicciano Antonella Tuoni, l’Assessore all’ambiente del Comune Andrea Giorgio e il garante locale dei detenuti Eros Cruccolini.

Un primo corso formativo rivolto a un gruppo selezionato di venti detenuti partirà a breve: al termine i soggetti coinvolti riceveranno un attestato che ne certificherà l’avvenuta formazione come manutentore del verde e permetterà loro di essere impiegati dall’amministrazione comunale nello svolgimento di attività di pubblica utilità rivolte alla cura e alla manutenzione di prati, siepi e orti della città.

“L’accordo firmato oggi”, ha sottolineato De Gesu “impegna Dap e Comune di Firenze a progettare insieme le attività che potranno essere svolte con l’obiettivo del reinserimento sociale dei detenuti e offrendo la possibilità di svolgere mansioni utili alla collettività come riparazione verso la comunità esterna”.

Sono oltre un centinaio le intese fin qui sottoscritte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con gli enti locali per promuovere e favorire lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, previsti dall’art. 20-ter dell’Ordinamento Penitenziario. La finalità è quella di favorire il reinserimento dei detenuti nel consesso sociale attraverso l’apprendimento di conoscenze professionali certificate che potranno rivelarsi utili una volta usciti dal carcere. Le opportunità lavorative serviranno nel frattempo ad accrescere il senso di responsabilità e a sviluppare la cultura della restituzione dei soggetti coinvolti verso la comunità esterna. Infine, non meno importante per l’intero sistema giustizia, l’obiettivo della riduzione del rischio di recidiva.