Le ostie create nelle carceri ricordano il senso della pena

Ostie
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Non sono perfette le ostie che domani alcuni sacerdoti utilizzeranno nella liturgia del Giovedì Santo. Un po’ irregolari, portano il segno dell’inesperienza dei giovanissimi che le hanno realizzate a mano, 15 ragazzi dell’Istituto per Minori, IPM Fornelli di Bari. Un’attività voluta dal progetto “Il Pane del Perdono” promosso dall’Arcidiocesi di Bari Bitonto con la finalità di creare un “laboratorio eucaristico” . “Si tratta di una sorta di  provocazione, per risvegliare le coscienze di quanti pensano che dagli ‘avanzi di galera’ non potrà mai uscire nulla di buono – dice don Evan Ninivaggi cappellano dell’IPM barese che sottolinea l’importanza per tutte le comunità “di non dimenticare che anche nelle carceri c’è una umanità viva da valorizzare e recuperare,  bisognosa di pace e tenerezza”.

Non sappiamo se saranno le stesse ostie  che userà anche Papa Francesco domani nella Messa che celebrerà nel minorile di Casal del Marmo o se, invece, distribuirà quelle provenienti dal laboratorio “Il senso del pane” nato nel 2016 per iniziativa della Fondazione «La Casa dello Spirito e delle Arti» nel carcere di Opera. Un’attività cresciuta negli anni che oggi si avvale anche di una postazione  esterna e fornisce gratuitamente ostie a oltre 500 tra diocesi italiane e straniere, congregazioni religiose, parrocchie, monasteri, realtà cristiane e cattoliche. Anche nella casa di reclusione di Castelfranco Emilia è nato un ostificio che riesce a produrre in  ampia scala e ha fornito 35 000 particole al Congresso eucaristico nazionale tenutosi lo scorso anno.