Legalità e merito, Nordio: “Dare nuove opportunità a chi non ne ha”

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“Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, merito significa far valere i propri talenti che ci sono stati affidati dalla Provvidenza secondo quanto ci insegna il Vangelo. Nessuna Costituzione può garantire la felicità ma una Costituzione seria garantisce il diritto alla ricerca della felicità secondo i propri meriti e secondo la capacità e la volontà che una persona ha di svilupparsi”.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ricorda le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un passaggio del videomessaggio inviato a Paola Severino, vice presidente della Libera Università di studi sociali Guido Carli – Luiss, in occasione della giornata conclusiva del progetto ‘Legalità e merito’, giunta alla sua sesta edizione, organizzata dalla Fondazione che porta il suo nome.

Connettere studenti universitari e liceali, contrastare la povertà educativa e favorire la trasmissione dei valori della legalità, della lotta alla corruzione, del rispetto reciproco, della tutela dell’ambiente e della cultura come anche della promozione del talento di ciascuno: questo il significato dell’iniziativa che alle 15 accoglierà nell’aula magna del Campus dell’ateneo romano Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito, Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione – Anac. Nel corso della cerimonia saranno presentati i vincitori tra tutti i progetti degli istituti scolastici, degli istituti penitenziari minorili e degli uffici del servizio sociale minorile partecipanti alla iniziativa.

“Merito significa soprattutto educazione e sensibilità – ha sottolineato Nordio –  che ci stanno orientando verso una riforma dei reati contro la violenza di genere che in questo momento affliggono la nostra collettività”. Riferendosi poi ai ragazzi,  ha rammentato che “in molti settori della nostra società vi sono purtroppo delle sacche di ignoranza, che chiamerei coatta, nel senso che sembra non vi sia speranza né avvenire per questi giovani sottratti allo studio, e che si trasformano in serbatoi non soltanto di delinquenza ma anche di infelicità”.

Il Guardasigilli, in conclusione del messaggio, ha voluto esprimere il suo “grandissimo senso di gratitudine”, augurandosi  per il futuro di poter essere d’aiuto, perché “questo Ministero e questo ministro sono sempre aperti a qualsiasi iniziativa che possa valorizzare il merito, lo studio, la cultura, la rieducazione anche della pena come impone il nostro dettato costituzionale”.