Lesioni reali e incidenti falsi, arrestati 8 truffatori di assicurazioni

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Continuano le operazioni di polizia giudiziaria scattate alle prime luci dell’alba di lunedì scorso a Palermo. In quell’occasione i reparto di Polizia penitenziaria della Casa circondariale “Pagliarelli” con la direzione operativa del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria di Roma e il coordinamento del Nucleo Investigativo Regionale di Palermo e Bari, hanno eseguito – unitamente ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del capoluogo siciliano – 8 provvedimenti di fermo, emessi dalla Procura della Repubblica di Palermo, per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata, lesioni aggravate, usura, estorsione, peculato e reimpiego.

Le indagini hanno consentito di delineare le condotte criminali di una organizzazione, dedita alla pianificazione di falsi incidenti stradali che consentivano di ottenere ingenti risarcimenti per danni fisici procurati a soggetti compiacenti, che si prestavano anche a gravi menomazioni fisiche. A fronte di minime ricompense alle vittime, la banda di truffatori, che si avvaleva delle prestazioni di compiacenti professionisti, intascava ingenti rimborsi assicurativi. Parte dei proventi illeciti venivano riciclati in strutture societrie e beni mobili di lusso riconducibili a Domenico Schillaci e alla sua collaboratrice (nonché custode della cassa del gruppo criminale) Giovanna Lentini.

L’operazione denominata “Contra fides” ha permesso di sgominare un enorme giro di affari per oltre 1,6 milioni di euro, in cui risultano danneggiate quasi tutte le compagnie assicurative.

I sigilli sono scattati per diversi beni. Tra questi il “Bar Dolcevita di Schillaci Domenico” comprensivo della sala biliardo e annessa sala slot-machine, il centro scommesse creato all’interno del bar, un Porsche Macàn, un T-max, un gommone Icon 23s, la società di disbrigo pratiche assicurative, conti correnti, polizze assicurative e liquidità per un valore complessivo di stima di oltre mezzo milione di euro. Sequestrati inoltre contanti “ingiustificati” per oltre 21mila euro, assegni, libretti postali, carte prepagate, farmaci trafugati presso i nosocomi cittadini, telefoni cellulari e pc.

L’inchiesta ha messo in luce un complesso spaccato criminale, fatto di “reclutatori” che agganciavano le vittime tra le fasce più deboli della società; di “ideatori” che individuavano luoghi non vigilati da telecamere, veicoli per inscenare gli eventi e falsi testimoni; di “boia-spaccaossa” che procedevano alle materiali lesioni fisiche degli arti superiori ed inferiori; di “medici compiacenti” che redigevano perizie mediche di parte; di “centri fisioterapici” che attestavano cure alle vittime mai effettivamente somministrate; di strutture criminali organizzate che acquistavano le “pratiche”, mettendo al lavoro avvocati o sedicenti tali, e studi di infortunistica stradale che gestivano l’iter finalizzato al risarcimento.

Accertata, inoltre, una nuova tipologia di truffa, con falsi sinistri perpetrati a bordo di navi con percorrenza nazionale, dove venivano inflitte menomazioni fisiche a vittime consenzienti finalizzate al risarcimento assicurativo.