Linee guida Dap: più personale e più strumenti per la sicurezza

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Sono state pubblicate le linee programmatiche per il 2020 del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Tra i punti più rilevanti nel documento elaborato dal capo del Dap Francesco Basentini trovano ampio spazio gli investimenti finalizzati al rafforzamento del personale che opera nelle carceri e al potenziamento della dotazione di strumenti e di tecnologie. Obiettivo di questi interventi è garantire una maggiore sicurezza degli agenti in servizio.

Sempre sul fronte delle risorse umane e materiali, il documento spiega che “sono già stati acquistati strumenti, e ne saranno acquistati altri ancora più evoluti,  per rilevare, inibire o isolare telefoni cellulari, ormai di dimensioni talmente ridotte da poter essere nascosti ovunque e la cui individuazione, in alcuni casi, è risultata estremamente difficile anche durante perquisizioni con l’uso di metal detector fatte nelle celle dei detenuti”.

Francesco Basentini, capo del DAP
Francesco Basentini, capo del DAP

Un ulteriore passaggio del documento riguarda la gestione dei detenuti sottoposti al regime carcerario speciale (41 bis), con riguardo a quei reparti (GOM) del Corpo della Polizia Penitenziaria che agiscono in quelle areee. “Viene valutata come non adeguata – si legge, infatti nel documento – la permanenza di detenuti in alta sicurezza in istituti ubicati nella stessa zona di riferimento criminale, per cui continuerà a operare anche la ‘task force’ per la movimentazione dell’alta sicurezza costituita il 25 luglio dello scorso anno”.

Si è deciso di potenziare l’assistenza sanitaria nelle strutture penitenziarie, avendo riguardo anche a quella psichiatrica e psicologica. Confermato l’impegno a ridurre i lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche.

Sulla scorta del successo ottenuto dal progetto “Mi riscatto per…”, si amplieranno le opportunità lavorative per i detenuti anche grazie al coinvolgimento di enti locali e imprenditori privati grazie al coordinamento dell’Ufficio centrale per il lavoro dei detenuti. Il lavoro, in particolare quello al servizio della collettività, viene considerato uno strumento rieducativo fondamentale, anche in vista del reinserimento sociale dei detenuti.

Il testo del documento è stato inviato ai responsabili delle strutture del Dipartimento e alle organizzazioni sindacali per una condivisione delle valutazioni.

Allegati