Mafia e terrorismo: vitale la digitalizzazione degli archivi dei processi

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

“Un passo importante per non dimenticare, preservare la memoria salvando documenti essenziali dal deterioramento e renderli accessibili e consultabili da tutti, dai giovani studenti ai giornalisti, dai parenti delle vittime ai semplici cittadini che sentono il bisogno di sapere e di capirne di più”.

Così il ministro Alfonso Bonafede durante l’incontro nella Sala Livatino di Via Arenula con il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli, e il Comitato tecnico che sta seguendo i progetti di digitalizzazione degli atti processuali riguardanti criminalità organizzata, terrorismo e violenza politica.

“Manteniamo l’impegno con chi ha sofferto per la perdita di un proprio caro – aggiunge il Guardasigilli – portiamo avanti un percorso con onore e passione già avviato e lo facciamo ripartire con nuovo slancio. Siamo qui grazie alla richiesta dei familiari e delle tante associazioni della società civile che nonostante gli anni trascorsi e le delusioni provate hanno scelto di non arrendersi”.

In un altro passaggio Bonafede puntualizza: “Come Ministero della Giustizia abbiamo scelto di rendere pubblici gli atti riguardanti il rapimento e la morte di Aldo Moro, per quanto riguarda la documentazione in possesso o comunque di competenza del ministero. Si tratta, com’è comprensibile, solo di materiale parziale che, però, potrà contribuire a rendere più informati e consapevoli i cittadini rispetto a un evento che ha segnato la storia del Paese”.

“Mi piace ricordare – ha concluso il ministro – come alcuni dei progetti di digitalizzazione delle carte giudiziarie avviati in passato siano stati realizzati grazie al lavoro dei detenuti che saranno coinvolti anche nei prossimi lavori”.

Il progetto nasce con un protocollo firmato nel 2015 tra MiBACT e Ministero della Giustizia per garantire la conservazione, la valorizzazione e la fruibilità della documentazione giudiziaria a un vasto pubblico, di fondamentale importanza per la ricostruzione del nostro recente passato. L’intesa è stata rinnovata nel 2018.
Al tavolo di lavoro hanno partecipato, inoltre, rappresentanti del Consiglio Superiore della Magistratura, il presidente della Cassa delle Ammende, Gherardo Colombo, l’Archivio Flamigni e la Rete degli Archivi per non dimenticare.

Nel suo intervento il ministro Bonisoli ha evidenziato come la digitalizzazione rappresenti un metodo moderno per rendere efficace e disponibile un certo tipo di informazione. “Gli archivi non sono solo dei depositi di documenti polverosi – ha detto Bonisoli – ma sono l’essenza di una memoria. Il passato da cui veniamo”.