Mancate cure al cane: condanna per maltrattamenti al proprietario

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Trascuratezza, aveva detto la difesa, ma la Corte di Cassazione ha confermato che nel comportamento del ricorrente si poteva chiaramente individuare “la volontà di cagionare una sofferenza e una malattia al suo cane”.

L’animale – questo il fatto – era stato trovato dagli operatori del canile di Modena, in stato di abbandono e sofferenza e, gli accertamenti successivi, avevano evidenziato “vari tumori mammari di grosse dimensioni e ulcerati, dermatite in varie zone del corpo, calli da decubito e artrosi agli arti posteriori e anteriori”. Insomma, un grave e avanzato stato di abbandono e incuria che aveva determinato “il protrarsi della patologia con un significativo aggravamento di sofferenze e un apprezzabile compromissione dell’integrità” del cane. Tanto da far decidere i veterinari a intervenire chirurgicamente, con estrema urgenza.

La III sezione penale della Suprema corte, alla quale si è fatto ricorso, ha confermato la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Bologna al pagamento di una multa di 10mila euro, perchè “l’assenza di cure deve ritenersi dolosa, intenzionale e non colposa, in quanto le condizioni della cagnetta erano riscontrabili in maniera evidente”. I giudici della Cassazione hanno inoltre affermato che “anche il protrarsi della malattia già preesistente, con il suo aggravarsi, configura le lesioni di cui all’articolo 582 del codice penale.