Manuel Agnelli e Rodrigo d’Erasmo al Beccaria: la musica da raccontare

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La visita di Manuel Agnelli e di Rodrigo d’Erasmo degli Afterhours ai ragazzi dell’istituto penale per minorenni di Milano è stata un enorme successo. La partecipazione dei due artisti al laboratorio musicale ha coinvolto profondamente i giovani, sia quelli che hanno partecipato al laboratorio che gli altri ragazzi presenti nella struttura. Tutti hanno avuto l’opportunità di pranzare con i due artisti e nel pomeriggio c’è stata l’esibizione nel teatro del Beccaria con i brani arrangiati nel laboratorio.

E’ stata per tutti una giornata diversa che ha rotto i ritmi consueti della vita in carcere. Per Ciro Cascone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano e promotore dell’iniziativa, “i giovani ristretti  sono stati coinvolti  nella elaborazione ed esecuzione di brani musicali, ha dimostrato quale enorme spazio educativo è possibile sperimentare con i giovani detenuti, mostrando loro che esistono strade alternative per costruire percorsi personali positivi, fondati sull’impegno costante e il lavoro di squadra, ricercando e coltivando i talenti che ciascuno possiede”

Foto di Gianbattista Turla

A testimonianza del buon esito dell’iniziativa, e di come la musica costituisca un linguaggio universale che unisce i giovani, ci sono le dichiarazioni dirette dei ragazzi che hanno partecipato al laboratorio musicale.
Questa è una carrellata delle loro impressioni (per ogni ragazzo abbiamo indicato solo le iniziali, ndr).
A.K.: “E’ stato un buon momento di condivisione”.

R.J.: “Mi sarebbe piaciuto avere più tempo per creare insieme una canzone dal nulla e costruire gli arrangiamenti. E’ stato comunque bello musicare la canzone di A.S. Sono contento di aver avuto il mio spazio con la Beatboxing (riproduzione dei suoni con la bocca, ndr)”.

 A.S. (autore della canzone arrangiata dai due artisti) si illumina in viso mentre parla di questa esperienza, ne è entusiasta: “Quando l’ho visto mi sembrava di conoscerlo, poi mi sono ricordato che era il giudice di X-factor. In televisione appariva un tipo duro poi, conoscendolo come persona, mi sembrava uno di noi. Pranzando insieme, mi sono dimenticato anche che era un personaggio famoso. E’ stato bello costruire insieme gli arrangiamenti, mi piacerebbe che tornasse, io ci sarò ancora. Ci vorrebbe più tempo con loro e più ragazzi coinvolti. E’ una grande occasione per me”.

O.F.: “E’ stato molto bello suonare l’uovo (maracas). Vorrei cantare una canzone con il mio amico A.S.”.

T.D.: “E’ stato molto piacevole mettersi in gioco insieme a lui. Ho trovato una persona umile, che ha mangiato anche con noi. Avrei voluto più tempo per suonare altre canzoni. Nonostante non fosse il mio genere di cantante, mi è piaciuto lavorare con lui”.

Foto di Gianbattista Turla

Una giornata che i ragazzi non dimenticheranno, un pomeriggio che non dimenticheranno neanche gli ospiti che hanno potuto assistere all’esibizione dei due artisti e dei ragazzi del laboratorio musicale nel teatro del Beccaria.

Per Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, “la giornata vissuta dai ragazzi del Beccaria insieme a Manuel Agnelli ed a Rodrigo D’Erasmo dimostra, ancora una volta, come la musica sia un elemento di armonia, di collaborazione, di partecipazione e di condivisione di emozioni tra i giovani, gli artisti e gli operatori tutti della giustizia minorile”. Cristina Maggia, presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia, sottolinea la particolarità di vedere “seduti tutti i ragazzi detenuti sulle belle poltrone rosse di velluto scaligero in silenzio assoluto, concentrati ad ascoltare i compagni sul palco”. “Si sono esibiti in una serie di pezzi rap , che agli occhi , anzi alle orecchie, di una profana come me – continua Maggia – sembravano frutto di lunga preparazione e di estenuanti prove. Ma niente di tutto questo. Cosa è invece accaduto ? Nel corso della sola mattinata Manuel Agnelli, persona di grandissima umanità  forte carisma e sicura leadership , ha incontrato i ragazzi  e insieme hanno preparato i pezzi che noi abbiamo avuto la fortuna di ascoltare poche ore dopo. E’ stato un momento di forte emozione per tutti. Si respirava grande armonia, sorrisi composti e battimani appassionati diretti ai compagni sul palco, come era giusto che fosse. I testi delle canzoni rap proposte dai giovanissimi cantanti non professionisti ci sono giunti pieni di poesia e di profondità di sentire”.

Lo stesso Manuel Agnelli, artefice del successo della giornata , generoso donatore del suo tempo prezioso, ci ha rappresentato il suo stupore per le doti umane e musicali che ha scoperto nel contatto con i ragazzi detenuti e il suo desiderio di ritornare da loro con altri progetti”.

Ciro Cascone, procuratore della Repubblica, ha sottolineato come “la presenza di un artista affermato e molto noto al pubblico giovanile, che ha deciso di dedicare una giornata a contatto diretto con i giovani detenuti, coinvolgendoli e rendendoli protagonisti di un evento costruito insieme a loro, ha costituito un momento di grande impatto e riflessione per i ragazzi, mostrando loro l’esistenza di modelli positivi che non sono distanti e irraggiungibili, ma concreti ed imitabili”.

Ma lunedì è stata una giornata magica piena di musica e di sorprese. Francesca Perrini, dirigente del Centro per la giustizia minorile della Lombardia che ha organizzato la giornata, ha chiesto a Davide, detenuto della casa circondariale di Opera che al Beccaria normalmente si reca perché ammesso al lavoro esterno in art. 21 dell’ordinamento penitenziario, di partecipare – autorizzato dall’Autorità giudiziaria – a tutta la manifestazione.

Perrini ci invita a citare alcune riflessioni che Davide ha scritto sulla giornata al Beccaria. Eccole:
Da subito appena entrato quel luogo ha acceso qualcosa in me… come fosse una piccola scintilla. Entriamo nella sala prove i ragazzi stavano provando prima dell’esibizione. Poi il pranzo. Se qualcuno prima mi aveva scambiato per il “Bodyguard della direttrice”, qualcun altro è stato così veloce da ricordargli “ma che dici, quello è come noi, è un detenuto che lavora di là” … Ecco che gli sguardi dei ragazzi cambiano di netto quasi a dire “allora ci si può fidare” e anche i miei cambiano ma non ne comprendevo ancora il perché! … Ed intanto i miei occhi continuavano a guardare cercando di capire le mie sensazioni e soprattutto quella scintilla a cosa stesse dando fuoco. Strano… nel mio continuo osservare noto in quasi tutti gli agenti un comportamento partecipe e disponibile, ma è sempre così quando ci sono degli eventi poi nel quotidiano tutto cambia. Ma io sono scrupoloso e curioso e allora lo chiedo a loro Ma come sono le guardie con voi? Risposta: “No dai, ci trattano bene, non tutti, ma la maggior parte sì”. Andiamo al teatro, prima ho l’occasione di rimanere un’oretta a chiacchierare con Manuel, la sua sensibilità si sente e non solo nei testi delle sue canzoni! A teatro scendono il resto dei detenuti, quanti ragazzini, quante vite, quante storie… Esibizione ricca di emozioni ed intensa, l’ospite esterno Manuel ha avuto la capacità di svegliare passioni soffocate, bravo Manuel. Io sono lì guardo e mi guardo attorno. Dietro di me sento vociare parlando dei ragazzi sul palco, come erano eleganti, “sta cantando benissimo”, “guarda come sorride” quasi come fossero le loro mamme, e così ho pensato. Ma invece erano le educatrici e penso meno male che esistono persone così.

Foto di Gianbattista Turla

Lo spettacolo e l’esibizione finisce e mentre le persone a teatro si salutano… un ragazzo di colore che mi ha fatto compagnia per tutto il pranzo si alza si avvicina al microfono al centro del palco, cerca di controllare il suo imbarazzo… ma la voglia di esibirsi, di dire la sua è più forte e dopo qualche attimo comincia a muovere le labbra, quello che dice non ha forma né sostanza ma non si ferma lo deve dire… Allora comincia a rappare in francese, la sua lingua, trovando negli incitamenti e sorrisi dei ragazzi seduti la miglior gratificazione ed un sorriso bianco lucente su quel viso così scuro era la piena manifestazione di soddisfazione e quindi pura condivisione.

Foto di Gianbattista Turla
Foto di Gianbattista Turla

Lo spettacolo finisce e con una stretta di mano al comandante, noto che la mia presenza è stata gradita. Grazie.
Un ultima cosa, il sorriso di quel ragazzo, i visi degli altri avevano alimentato quella scintilla dentro di me. Ormai quel focolaio era già incendio, tutto quello che mi era sfuggito aveva un’identità ben marcata… in quel sorriso, in quei visi c’ero io ragazzo, era abbastanza chiaro, e dirgli cosa, dove li stava conducendo quella strada stava diventando quasi un obbligo, che ancora mi accompagna.

Foto di Gianbattista Turla