Marta Cartabia ricorda il giudice Angelo Rosario Livatino

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La ministra Marta Cartabia ha voluto ricordare Rosario Livatino, in occasione del convegno “Beati i Giusti” organizzato,  in memoria del magistrato siciliano, nella sede della Corte di Cassazione. Il giovane magistrato, allora 38enne, fu vittima di un agguato della mafia il 21 settembre 1990: “Modello, martire, testimone, esempio per tutti. Un uomo che ha lasciato un testamento morale che riletto oggi diventa una traccia da cui ripartire – dice la Guardasigilli – per tornare ad essere credibili agli occhi di quel popolo, nel cui nome viene amministrata la giustizia”.

Le doti umane e professionali attribuite al ‘Giudice ragazzino’ – indipendenza, credibilità, imparzialità – possono essere considerate quelle di un “modello senza tempo” per tutta la magistratura: soprattutto in una fase storica, ricorda la ministra, “segnata da una profonda crisi” dell’ordine giudiziario.

Nell’insegnamento e nel sacrificio del giudice Livatino si possono trovare, ritiene la ministra della Giustizia, le matrici per un percorso di autentico rinnovamento, che interessa l’intera categoria: “Possiamo modificare l’organizzazione e i sistemi elettorali dell’organo di autogoverno; possiamo cambiare le regole per le nomine e rafforzare tutte le possibili incompatibilità e i divieti; possiamo rivedere i meccanismi dei giudizi disciplinari: possiamo discutere su ogni riforma possibile – e lo stiamo facendo. E lo faremo. Ma tutto questo, dobbiamo esserne consapevoli, potrà al più aiutare a contrastare le patologie, ma nessuna cornice normativa, per quanto innovativa e radicale, potrà di per sé generare quello stile e quella statura che i cittadini si attendono dal giudice”.