Maschere veneziane e fumetti d’autore: l’arte possibile in carcere

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Anche in carcere possono nascere, sotto il segno dell’arte, relazioni importanti, in grado di aprire nuovi scenari, di far pensare a nuovi progetti di vita. E’ accaduto a Fabrizio Longo, insegnante di matematica e fisica alle soglie della pensione nella casa circondariale maschile di Venezia, e a un suo “alunno”, Mauro, 57 anni, all’epoca in carcere per scontare una breve pena per vecchi reati legati all’uso di droga.

Tanto Fabrizio quanto Mauro non sono però soltanto un professore e un uomo con un passato problematico. Al primo il ruolo di insegnante va un po’ stretto e da molti anni organizza in carcere, come volontario, laboratori artistico artigianali. “L’atmosfera laboratoriale – spiega –aiuta a relazionarsi con gli altri, ad abbassare le tensioni, favorisce il dialogo e la collaborazione tra appartenenti a diverse etnie”.

Mauro, il maturo uditore dei corsi di Fabrizio, nella vita libera è Mabo, mascarer cioè creatore di maschere in cartapesta nonché apprezzato pittore. Allievo di Guerrino Boatto, maestro italiano dell’arte aerografa famoso in tutto il mondo per le sue opere iperrealiste, Mabo ha al suo attivo mostre di un certo successo: efficaci e apprezzati dalla critica i ritratti di homeless tratti da foto di Lee Jeffries, esposti nella sua ultima mostra, prima che arrivasse il conto in sospeso con la giustizia.

Maschera di cartapesta
Maschera in cartapesta realizzata da Mabo

Fabrizio e Mabo hanno in comune l’amore per arte e artigianalità. “Il prof è uno che ci sa fare anche a livello psicologico. Ha capito che io potevo aiutarlo a creare nuovi interessi per gli ospiti”, racconta Mauro in un’intervista a “Il Gazzettino”. Prende corpo così il laboratorio “Maschere di libertà” in cui Mauro affianca Fabrizio nell’insegnamento, mettendo a disposizione la sua grande esperienza nella creazione di oggetti di cartapesta. “All’inizio hanno aderito solo tre detenuti stranieri – ricorda Fabrizio – ma dopo poco tempo siamo stati sommersi dalle richieste di iscrizione”.

Intanto i due iniziano a pensare a un altro progetto che unisca talenti di entrambi. Nasce così la storia a fumetti “Il profumo di Venezia”, illustrata da Mabo con testi di Fabrizio Longo. Realizzato a titolo gratuito con il solo contributo, per la stampa, del Comune di Venezia, il comic –book, che narra con toni rispettosamente ironici una contrastata storia d’amore tra una principessa e un pescatore, vuole essere anche un omaggio a Hugo Pratt.

Nel frattempo Mauro–Mabo in febbraio ha terminato la pena, giusto in tempo per affrontare un nuovo isolamento, quello imposto dal lockdown che ha molto rallentato l’attività del suo laboratorio in via del Pireghetto, a Mestre.

“Mi piacerebbe – continua Fabrizio – organizzare per lui una mostra dei suoi lavori per dargli nuovi entusiasmi e farlo conoscere di più. Intanto insieme stiamo lavorando alla seconda puntata della storia dal titolo “Giacomino e Fosca alla Corte della Regina di Cipro”, per ora con pochi fondi e, tra questi, una donazione che il Patriarca di Venezia ci ha destinato dopo una visita natalizia carcere in cui ha avuto modo di apprezzare i nostri lavori. Anche i laboratori Maschere di libertà riapriranno al maschile e al femminile non appena riprenderanno le attività interrotte durante il lockdown”.

Ma c’è un altro progetto che sta particolarmente a cuore a Fabrizio Longo: “L’idea è quella di realizzare un punto vendita in cui possano essere occupati detenuti lavoranti all’esterno. Sarebbe importante, da una parte per far conoscere un’attività che insegna ai detenuti un lavoro artigianale e dall’altra per commercializzare i prodotti e offrire così un guadagno onesto a chi li realizza”.