Masi (Cnf): “Avvocati e medici pilastri della nostra democrazia”

Maria Masi presidente facente funzioni del Consiglio nazionale forense
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“Si tratta di casi isolati che vanno censurati. Non solo per tutelare la dignità della professione, ma anche in nome di un’alleanza con la Federazione nazionale degli Ordini dei medici che ha in sé un valore costituzionale”. Con queste parole Maria Masi, presidente facente funzioni del Consiglio nazionale forense (Cnf), ha voluto commentare la delibera di ieri dell’organo di rappresentanza degli avvocati italiani dopo le segnalazioni riguardanti le iniziative di alcuni studi legali che hanno offerto prestazioni volte a incoraggiare azioni giudiziarie nei confronti dei medici e dei professionisti sanitari impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza Covid-19.

“La nostra alleanza – aggiunge Masi – è rivolta a promuovere nell’opinione pubblica la consapevolezza del ruolo che avvocati e medici svolgono. Si tratta di un valore in grado di consolidare la coesione sociale, un riconoscersi in alcuni elementi irrinunciabili per un Paese democratico. Entrambe le professioni sono evidentemente fra quei pilastri, affermando due diritti che si trovano sullo stesso piano di rilevanza costituzionale: il diritto alla salute e il diritto di difesa”.

Durante una seduta straordinaria, il Cnf ha voluto condannare in modo netto questi comportamenti, definiti “limitati e marginali”, e assicurare alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri “l’attenta e forte vigilanza di tutte le istituzioni forensi per individuare e sanzionare i comportamenti di quei pochi avvocati che intendono speculare sul dolore e le difficoltà altrui, nel difficile momento che vive il nostro Paese”.

La delibera assunta dal plenum del Cnf censura atteggiamenti che violano in modo grave principi etici della professione di avvocato: “Esprimiamo – ha concluso la presidente Masi – la nostra gratitudine a tutti i medici, ai professionisti sanitari e ai tanti volontari quotidianamente impegnati nella cura e nell’assistenza dei cittadini colpiti dal contagio e la propria vicinanza a tutti i dottori, operatori, volontari, che sono stati contagiati dal coronavirus nell’esercizio della loro opera di cura”.