Mattia Camboni d’argento
nella preolimpica di Enoshima

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Non è una medaglia olimpica, ma ci assomiglia molto: andare sul podio in un “Olympic Test Event” – le prove che servono a mettere a punto i campi di gara per Tokyo 2020 – è un po’ come partire in “pole position” su un circuito di Formula Uno, un bel vantaggio. L’argento di Mattia Camboni a Enoshima, nelle regate che si sono concluse il 21 agosto in Giappone, alimenta le ambizioni del velista civitavecchiese: una dimostrazione di grande regolarità nel corso del programma e il previsto scarto del peggior piazzamento è arrivato solo all’ultima uscita della classe “RS: X”, praticamente ininfluente, mentre la “medal race” ha visto il surfer delle Fiamme Azzurre chiudere in seconda posizione. Davanti solo il cinese Gao Mengfan, già bronzo iridato sullo stesso campo di regata due anni fa: 50 punti negativi per lui, contro i 61 di Mattia, mentre al bronzo è arrivato Piotr Myszka (64), il veterano polacco che aveva conquistato l’oro iridato nell’anno di Rio e poi si era piazzato quarto nella prova olimpica. Al termine della competizione il nostro Camboni è un fiume in piena: “E’ appena finita la settimana del test olimpico, evento su cui si basava molta della nostra preparazione per la stagione – dichiara entusiasta – conquistare l’argento è un sogno che si avvera, una vittoria personale, costruita con tanto sacrificio e molti giorni di allenamento. Sono soddisfatto anche perché la medal race partiva molto aperta, eravamo tutti vicini con i punti e ogni scenario era possibile: prova impegnativa, da affrontare con la giusta concentrazione. Un po’ di fortuna, e moltissima voglia di vincere, mi hanno portato sul podio, sono davvero contento”.

Vittorio Bissaro con Maelle Frascari, sul Nacra 17
Vittorio Bissaro con Maelle Frascari, sul Nacra 17

Se per Camboni la “carta olimpica” è ormai inattaccabile dal concittadino-rivale Daniele Benedetti (qui 19°), la situazione del “Nacra 17” ha subito un altro cambiamento di rotta: chi ha seguito su queste pagine i precedenti duelli in casa azzurra, è a conoscenza del derby tra l’equipaggio formato dal nostro Vittorio Bissaro con la partner dell’Aniene Maelle Frascari e l’altra barca italiana guidata da Ruggero Tita (Fiamme Gialle) e Caterina Banti (Aniene). Stavolta Tita-Banti hanno vinto l’oro, mentre Vittorio e Maelle – pur con eccellenti piazzamenti e il secondo posto nella “medal race” conclusiva – si sono dovuti accontentare del settimo posto. Risalgono così le quotazioni degli avversari, che in più di un’occasione erano rimasti alle spalle del nostro catamarano negli ultimi mesi: ed è chiaro che questa vittoria in Giappone costituisce una credenziale di prim’ordine. Mai come in questo caso sembra crudele il regolamento internazionale, che ammette un solo rappresentante per ogni Paese alle gare olimpiche: rischia di restare fuori la barca di Bissaro-Frascari, che nelle ultime due finali dell’Isaf World Series (la Coppa del Mondo della vela) hanno conquistato un oro e un argento. Alla fine la classifica ha visto Tita e Banti prevalere con 54 punti su due coppie britanniche – un bel duello anche qui – Gimson-Burnet a 66 e i più quotati Saxton-Boniface a 68 punti, mentre il punteggio accumulato da Bissaro-Frascari è stato di 80 punti.