Maxi perquisizione all’interno del carcere
di Padova

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Centoventi agenti provenienti da tutti gli istituti del Triveneto e tre unità cinofile in servizio presso il distaccamento di Verona. Insieme a loro, 20 unità della Squadra Mobile e 30 unità del reparto di prevenzione, due appartenenti alla polizia scientifica della Polizia di Stato e 20 Carabinieri, comprese alcune unità del reparto NAS, oltre a due unità cinofile della Polizia di Stato e una dell’Arma dei Carabinieri.

Sono questi i numeri e le proporzioni dell’attività di perquisizione locale e personale, disposta dalla Procura della Repubblica di Padova, che si è svolta sabato 9 febbraio scorso nella Casa di reclusione della città veneta. A questo spiegamento di forze occorre inoltre aggiungere 10 unità in servizio presso le sezioni di polizia giudiziaria della Procura, che hanno coadiuvato gli ufficiali di polizia giudiziaria della Polizia Penitenziaria nell’attività di verbalizzazione.

La vasta operazione, attuata nell’ambito delle attività di prevenzione e di contrasto al crimine, puntava a rinvenire sostanze stupefacenti e materiali idonei al confezionamento della droga, nonché telefoni cellulari e schede SIM funzionali all’intrattenimento di rapporti e contatti con soggetti all’esterno dell’istituto per finalità collegate all’introduzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti in carcere. Diversi gli ambienti interessati dalle perquisizioni: dalle celle di detenzione ai locali comuni, come la biblioteca e gli spazi di convivialità, fino ai capannoni dove si svolgono le attività lavorative dei detenuti.

L’attività è stata coordinata e organizzata in modo capillare e nel massimo riserbo dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Padova. Dopo un’attività di pianificazione durata più giorni, agenti di Polizia Penitenziaria provenienti da città lontane come Bolzano, Tolmezzo, Udine, Trento, sono stati convogliati in una destinazione che, per motivi di sicurezza, è stata svelata solamente durante il briefing tecnico.

La perquisizione, che si è svolta nel pieno rispetto della personalità dei detenuti e degli oggetti di loro pertinenza, è stata eseguita da personale della Polizia Penitenziaria nei reparti detentivi e dalle altre forze di polizia, con l’assistenza di funzionari della Polizia Penitenziaria, per quanto attiene i locali delle attività delle lavorazioni dove svolgono attività lavorativa i detenuti ristretti nella casa di reclusione. L’esito della perquisizione ha portato al ritrovamento di soli 1,6 grammi di sostanza stupefacente (probabilmente marijuana) e di un porta sim card, privo della scheda. Risultato che conferma pienamente la grande capacità del personale della Polizia Penitenziaria di impedire l’ingresso di oggetti o sostanze non consentite all’interno degli spazi detentivi o dedicati alla vita in comune.

Al termine, tutto il personale della Polizia Penitenziaria coinvolto ha ricevuto grandi apprezzamenti dal magistrato per la professionalità e capacità dimostrate durante la fase prettamente operativa, ma anche, e soprattutto, nella fase organizzativa.