“Mi riscatto per Roma”: oltre 100 detenuti attivi e il plauso dell’Onu

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Circa 110  detenuti coinvolti, 50 utilizzati per la cura del verde e 60 per gli interventi di manutenzione stradale (rifacimento della segnaletica orizzontale e pulizia delle caditoie), con squadre al lavoro in varie zone della città: sono i numeri del progetto “Mi riscatto per Roma” illustrati oggi durante una conferenza stampa svoltasi ai Musei capitolini, a cui ha preso parte anche la delegazione formata da rappresentanti del sistema penitenziario del Messico e funzionari dell’Ufficio messicano delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine, coordinata da Antonino De Leo (rappresentante dell’UNODC in Messico) in visita in Italia per osservare da vicino il funzionamento del programma e studiarne la replicabilità nel Paese centroamericano.

La delegazione messicana in visita al Campidoglio
La delegazione messicana in visita al Campidoglio

I detenuti della Casa Circondariale Rebibbia Nuovo Complesso, dopo un periodo di formazione da parte del Servizio Giardini e di Autostrade per l’Italia, stanno svolgendo attività di pubblica utilità nei quartieri della Capitale suscitando reazioni positive tra i cittadini. Il lavoro diventa così strumento privilegiato per reintegrarsi nella società acquisendo al contempo un’esperienza professionale che potrà essere importante nella fase successiva alla detenzione.

Il progetto, frutto della collaborazione interistituzionale tra Roma Capitale, Ministero della Giustizia, in particolare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Tribunale di Sorveglianza di Roma e direzione del carcere di Rebibbia, è stato replicato in molte altre città italiane.

Un momento della conferenza stampa con (da sinistra) Antonino De Leo, Francesco Basentini e Virginia Raggi

Un momento della conferenza stampa con la partecipazione
di Antonino De Leo, Francesco Basentini e Virginia Raggi 

Nel corso dell’incontro con la stampa il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha anche annunciato futuri sviluppi dell’iniziativa di rieducazione: “Stiamo lavorando a un Protocollo per il lavoro delle detenute di Rebibbia nelle aziende agricole di Roma capitale di Castel di Guido e Tenuta del Cavaliere. La domanda da parte dei detenuti è alta, altrettanto lo è da parte della città. Puntiamo alla funzione rieducativa della pena e alla concreta attuazione dell’articolo 1 della Costituzione che parla del lavoro”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini: “Roma è capofila di questo progetto stupendo ed è esempio non solo per altre città italiane ma anche per una realtà straniera come Città del Messico, dove ci sono carceri di oltre 7000 detenuti. Abituiamoci a pensare il mondo penitenziario come una risorsa”.