Mondiali di ciclismo su pista, Letizia Paternoster argento nell’Omnium

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Marta Bastianelli sul traguardo della Het Hageland in Belgio

Corrono veloci le bici delle Fiamme Azzurre. Quello appena trascorso è stato un fine settimana ricco di emozioni e di successi, su pista e su strada.

Capitolo mondiale, velodromo di Pruszkow, basta un dato per inquadrare la vicenda: la trentina della Polizia Penitenziaria ha 19 anni, la maglia iridata dell’Omnium l’ha ora indosso Kirsten Wild, monumento del ciclismo olandese classe 1982. Due i punti che hanno separato Letizia Paternoster dall’oro mondiale – 117 a 115 in cifre – e sono nulla in una maratona che dura un giorno intero, sulle quattro fatiche del programma degne di un Ercole delle due ruote: Scratch, Tempo, Eliminazione e Corsa a punti. Ci vogliono le gambe, ma ci vuole anche esperienza: e le energie che la fiamma azzurra ha un po’ bruciato nella prova ad eliminazione, una specie di roulette russa con l’ultima del gruppo che se ne va a ogni giro, sono forse mancate poi nella volata decisiva, dove i punti valgono doppio. Ma non sarebbe generoso guardare in casa d’altri, quando tanto dobbiamo ai nostri campioni: perché Letizia non si è certo risparmiata e nel velodromo polacco ha contribuito al 5° posto sia dell’inseguimento a squadre che, in coppia con Maria Giulia Confalonieri, della Madison. L’anno scorso erano arrivati due bronzi, stavolta finiamo a mani vuote: ma anche in questo caso c’è un patrimonio d’esperienza da mettere a frutto nella stagione che verrà, quando si parlerà di medaglie olimpiche ai Giochi di Tokyo. L’importante è esserci e farsi trovare pronti: il “trenino” azzurro, rinnovato e ringiovanito nei ranghi, ha enormi margini di miglioramento e la kermesse della Madison – quella che dalle nostre parti si chiamava l’Americana a punti – è una sfida che si rinnova ogni volta.

Attenzione anche a Francesco Lamon: da quella scivolata dopo 35” dell’inseguimento, che ha costretto il quartetto italiano a un piazzamento di retrovia che certo non merita, alla medaglia sfiorata come neofita del “Chilometro da fermo”, rivelazione se ce n’è una della nostra spedizione iridata. Un minuto, poco meno o poco più, dove mettere tutto il possibile pedalando in apnea: questa è la prova regina del settore di velocità e il veneziano delle Fiamme Azzurre ha vinto una scommessa. Quarto posto a 132 millesimi di secondo dal podio: e 1’00”550 è primato italiano, per di più a livello del mare. D’accordo, Quentin Lafargue e Theo Bos sono fenomeni irraggiungibili: ma che dire di un ragazzo come Francesco, che si è messo in gioco praticamente dal niente in una specialità non sua e arriva ad un soffio dalla medaglia?

La strada, dove eravamo rimasti? A sì, alla vittoria di Letizia Paternoster alla prima uscita in Australia. Ora caliamo gli assi della specialità e fioccano i piazzamenti: Marta Bastianelli, campionessa europea in carica ed ex iridata, centra il primo traguardo che conta vincendo ieri la “Het Hageland” davanti a una velocista di razza come Lotta Lepisto. E il giorno prima la troviamo alla piazza d’onore alla “Het Nieuwsblad”, sempre sulle strade del Belgio, sulla scia di Chantal Blaak: bel modo di preparare le Classiche del Nord, che l’anno scorso l’hanno vista trionfare alla Gand-Wevelgem e alla Freccia del Brabante. Se la mammina di Lariano ha il killer-istinct sulla linea d’arrivo, è invece più regolarista Elena Cecchini: ma anche la campionessa friulana ha iniziato con la gamba giusta, un secondo e un terzo posto nella Settimana Valenciana.