Il Papa ai detenuti di Padova: “Nelle vostre parole mi sento a casa”

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“Nelle vostre parole mi sono sentito accolto, a casa”: ancora una volta Papa Francesco ha rivolto un pensiero di vicinanza e sostegno al mondo delle carceri. Nel giorno del venerdì santo il Pontefice ha espresso la sua gratitudine per le meditazioni e gli spunti di riflessione forniti dai detenuti della comunità Due Palazzi di Padova per la Via Crucis in programma stasera.

“Voglio ringraziarvi – ha proseguito il Pontefice – perché avete disperso i vostri i nomi non sul mare dell’anonimato ma delle molte persone legate al mondo del carcere. Così, nella Via Crucis, presterete la vostra storia a tutti colori che nel mondo condividono la medesima situazione”. Rivolgendosi ai detenuti dell’istituto veneto Bergoglio ha aggiunto: “E’ consolante leggere una storia in cui abitano le storie, non solo delle persone detenute, ma di tutti coloro che si appassionano per il mondo del carcere. Insieme è possibile. Vi abbraccio forte. Pregate per me, vi porto sempre nel mio cuore”.

Per don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, “le parole di Papa Francesco sono la soddisfazione di una comunità intera che si sforza tutti i giorni di aiutare i viventi che sono caduti per terra a risorgere, a rimettersi in piedi”. Le meditazioni – ha spiegato il cappellano – sono state scritte dalla comunità del carcere di Padova, “non solo da detenuti ma da tutte le persone che cercano di vincere la sfida della rieducazione: magistrati, imprenditori, volontari, agenti di Polizia Penitenziaria, familiari di detenuti”.

In occasione delle festività pasquali anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha voluto indirizzare una lettera ai detenuti: “Oggi più che mai vorrei essere lì tra di voi. A maggior ragione in questo momento di massimo isolamento che accentua la sofferenza per la restrizione delle visite dei vostri affetti più belli, la paura e l’incertezza sulla vostra condizione, la precarietà rispetto alle cose di prima necessità. Ho desiderato entrare nella vostra cella per raggiungervi e parlare a ciascuno di voi, al vostro cuore sofferente”.