Il ruolo del NIC nell’arresto del poliziotto che recapitava pizzini

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Nella giornata di ieri è stato arrestato un agente della Polizia Penitenziaria accusato di aver veicolato all’esterno del carcere de L’Aquila i “pizzini” di un boss di camorra, detenuto al 41bis. Oggi è emerso il ruolo svolto dal Nucleo Investigativo Centrale (NIC) nelle operazioni di indagine che hanno consentito agli inquirenti di chiederne l’arresto e al gip di Napoli, Emilia di Palma, di emettere il provvedimento. L’accusa nei suoi confronti è di “concorso in corruzione continuata e aggravata dalle finalità mafiose”.

Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli, il NIC ha identificato il soggetto e svolto una parte importante delle indagini. Sarebbe infatti emerso che il poliziotto corrotto, in cambio di un compenso in denaro, ha svolto – nel periodo fra giugno e settembre 2014 – il ruolo di collegamento con un clan del Napoletano, portando all’esterno del carcere i “pizzini di un boss detenuto nel penitenziario abruzzese.

Come intermediario del loro capo, l’assistente recapitava agli uomini del clan napoletano gli ordini e le disposizioni che il boss impartiva dal carcere per la gestione degli affari e del territorio, provvedendo poi a riportare al detenuto le risposte provenienti dagli affiliati all’organizzazione.

L’agente si trova ora agli arresti domiciliari.