Nordio ai militari Usa: grati per la liberazione dalle dittature

nordio washington intervento national war college (foto mingiustizia)
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“Non c’è onore più grande per me che parlare a coloro che difendono la libertà, la democrazia e la pace in armi. L’amicizia e l’alleanza tra i nostri due Paesi si fondano sulla condivisione di ideali, cultura, arte e fede, ma soprattutto sono rafforzate dal sangue versato da migliaia di soldati americani, che hanno attraversato l’oceano due volte nel secolo scorso per aiutare i loro antenati nella lotta contro l’assolutismo e le dittature”: così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha introdotto il suo discorso al National War College di Washington.

Nel corso del suo intervento – cui è seguito un dialogo con ufficiali, docenti ed esperti militari – Nordio si è scusato per aver come “usurpato” il ruolo ricoperto “dal collega della Difesa”, una circostanza dovuta al suo “particolare interesse per la storia in generale e per la II Guerra Mondiale in particolare”. Eventi bellici nei quali “il ruolo dell’Esercito americano, e dei suoi generali, è stato essenziale e decisivo”.

il Ministro si è poi soffermato sui profili di grandi generali americani, tra i massimi protagonisti di entrambi i conflitti mondiali: George Marshall, Dwight D. Eisenhower, Chester Nimitz, George Patton e Douglas MacArthur.

Nordio ha tratteggiato in particolare la figura di MacArthur, citando il suo ultimo discorso ai cadetti di West Point: “Ho ascoltato molte volte il suo “Duty, Honor, Country” e ogni volta è stato motivo di commozione per il coraggio e la ricchezza di ispirazione”.

“Perché la vera star della Seconda Guerra Mondiale – ha concluso il Ministro – non era un Generale o un Ammiraglio. Era il soldato americano. Proprio quella che MacArthur definì «una delle figure più nobili, non solo come uno degli interpreti più valorosi in battaglia, ma anche come uno dei più inossidabili … Quando penso – diceva Mac Arthur – alla sua resistenza nelle avversità, al suo coraggio sotto il fuoco, e alla sua moderazione nella vittoria, sono pieno di un’emozione e di un’ammirazione che non posso esprimere a parole».

“A lui, e alle migliaia di croci che lo ricordano nella nostra Europa e nel mio Paese, dobbiamo la più sentita e profonda gratitudine per averci aiutato a riconquistare la democrazia e a ricostruire la pace”.