Nordio: “Teatro in carcere, una leva di cambiamento”

Teatro Libero di Rebibbia all'Argentina
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Il teatro è “una delle possibili leve per accompagnare i detenuti nel loro percorso di cambiamento e nella prospettiva del reinserimento nella società da liberi”. Lo sottolinea il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel suo messaggio in occasione del debutto della compagnia di detenuti-attori di Rebibbia al teatro Argentina con lo spettacolo “Dalla città dolente”. In scena, alcuni canti della Divina Commedia.

Una prima speciale, a 20 anni dalla nascita della compagnia Teatro libero di Rebibbia all’interno del penitenziario: “un traguardo” che, commenta il Guardasigilli “per me è motivo di orgoglio”.

Il Ministro si sofferma sul titolo della rappresentazione, che lascia presagire “tutto il peso del luogo da cui provengono gli attori di questo spettacolo”. E tuttavia, evidenzia Nordio, “Iniziative del genere rappresentano un ponte tra la ‘città dolente’ del carcere e il mondo di fuori”, pur senza dimenticare “i tanti bisogni e le molteplici criticità”.

Sul teatro nelle carceri, il Guardasigilli ribadisce l’impegno, insieme al dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, “per favorire la diffusione delle attività teatrali”, soprattutto per mantenere una tendenza in aumento di queste attività. Lo stesso Ministro sottolinea che dalle prime compagnie nate negli anni ’80 a Rebibbia, San Vittore e Volterra, si giunge alle più di 80 di oggi.

Un impegno, soprattutto perché “il teatro e la cultura in generale”, insieme a sport e lavoro, ricorda il Guardasigilli, “sono fondamentali alleati dell’attuazione del delicatissimo compito di rieducazione, fine ultimo della pena come sancito dalla Costituzione”.

 

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