Palermo assegna la cittadinanza onoraria a Nasrin Sotoudeh

Nasrin Sotoudeh
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Nasrin Sotoudeh, avvocato e attivista iraniana per i diritti umani, è diventata oggi cittadina onoraria di Palermo. La cerimonia di conferimento si è tenuta a Palazzo delle Aquile, casa del Comune alla presenza del sindaco Leoluca Orlando. All’avvocato, già cittadina onoraria anche di Bologna, il riconoscimento è stato assegnato nell’ambito della campagna per la giustizia Woman’s Freedom Iran a tutela della libertà delle donne iraniane.

La Sotoudeh, impegnata nella difesa legale di attivisti, oppositori e di donne iraniane arrestate per essersi tolte il velo in pubblico, ha avuto fra i suoi assistiti anche il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi e diversi dissidenti arrestati durante le proteste di massa nel 2009, contro la contestata rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Arrestata più volte, da giugno 2018 è in carcere e a marzo 2019 è stata condannata a 33 anni di detenzione e 148 frustate, sentenza che si è aggiunta ai precedenti cinque anni, per un totale di 38 anni di prigionia da scontare nel carcere di Evin, da molti definito ‘durissimo’.

Il mondo intero si è indignato e ribellato alla “vergognosa ingiustizia” come l’ha definita Amnesty International che ha lanciato una campagna di raccolta firme per chiedere la sua scarcerazione, alla quale in pochi giorni hanno aderito 100mila persone. Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e sull’Africa del Nord dell’organismo internazionale, ha dichiarato: “Nasrin Sotoudeh ha dedicato tutta la vita a difendere i diritti delle donne e a chiedere l’abolizione della pena di morte: è semplicemente oltraggioso che le autorità iraniane la puniscano per questo”.

In Italia il mondo dell’avvocatura ha risposto con un gesto simbolico, come quello di appuntare sulla toga un nastro rosso, e molte se non tutte le Camere penali hanno deciso di accogliere fra i propri iscritti l’avvocato iraniano, per sposarne la causa in difesa dei diritti umani e civili. Ancora recentemente a Milano, centinaia di avvocati hanno partecipato a una manifestazione di protesta davanti al Consolato generale della Repubblica Islamica dell’Iran, perché, come dichiarato da Vinicio Nardo, presidente dell’Ordine: “Per gli avvocati è un dovere intervenire e protestare  non solo quando vengono negati i più elementari diritti di difesa delle persone, ma anche quando questa negazione dei diritti avvenga colpendo gli avvocati stessi. La vicenda ora colpisce un avvocato donna, ed è legittimo il sospetto che l’identità di genere abbia potuto incidere in quanto  è avvenuto”.