Pentathlon moderno, Giorgio Malan secondo
nel “tempio” di Budapest

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Giorgio Malan

L’atmosfera è di quelle giuste, perché siamo a Budapest e in Ungheria il pentathlon moderno è uno sport che appassiona le folle e sforna eroi nazionali. Giorgio Malan, astigiano classe 2000, è arrivato per il “Peridot Hungarian Meeting”, la competizione che apre la stagione internazionale della disciplina multipla: l’anno scorso ha vinto l’oro europeo individuale U19, altre tre medaglie di bronzo ai Mondiali juniores ed è stato il primo atleta delle Fiamme Azzurre a disputare i Giochi Olimpici Giovanili, sfiorando il podio a Buenos Aires.

Di solito si dice che per primeggiare in questa dura maratona sia indispensabile raggiungere la maturità agonistica, è un multisport inventato dal Barone de Coubertin per idealizzare il suo modello di atleta-soldato in missione speciale: parliamo di scherma, nuoto, equitazione, corsa e tiro, tutto in un giorno. Invece a Budapest i primi due della classifica sono due diciottenni, il nostro Giorgio e l’egiziano Ahmed Elgendy. Se Malan è un prospetto di valore, il figlio del faraone è già un atleta quasi leggendario: nella passata stagione ha fatto un tris incredibile, vincendo il Mondiale U19, quello U21 e alla fine

anche l’oro olimpico dei giovani in Argentina.

I due – Giorgio e Ahmed – si conoscono bene e si tallonano per tutta la gara: primeggiano nelle specialità atletiche, a nuoto e nella laser-run, e si difendono in quelle tecniche, con la spada e a cavallo. Alla fine saranno divisi da soli 5 punti (1479 a 1474), quelli che separano l’oro dall’argento: e venerdì 31 gennaio diventa per entrambi il giorno dell’esame di maturità, entrano nel pentathlon dei grandi. Perché vincere una medaglia proprio nel “Peridot” a Budapest, al di là delle manifestazioni titolate, è una cosa che evoca suggestioni da storia dello sport: è un po’ come per un calciatore segnare un gol al Brasile nel Maracanà, come per un rugbista fare una meta contro gli All Blacks all’Eden Park, come per uno sciatore battere gli austriaci nella discesa libera sulla Streif, come per un judoka vincere la Jigoro Kano Cup al Budokan di Tokyo.

A proposito: il primo e unico italiano a trionfare nella Jigoro Kano Cup è stato Francesco Bruyere, Fiamme Azzurre, dicembre 2005. Storia dello sport, appunto.