Cafiero de Raho: senza condividere informazioni la mafia non si batte

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Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo  Federico Cafiero de Raho ha preso parte, assieme al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, alla X Conferenza delle Parti della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC).

Nella Sala Livatino, in videocollegamento con l’ufficio dell’Onu di Vienna, dopo il Guardasigilli ha preso la parola de Raho che ha voluto ribadire come sia “anacronistico pensare alla lotta alle mafie senza una condivisione di informazioni e senza cooperazione di polizia: il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale rappresenta una sfida che richiede uno sforzo corale”. “Abbattere le frontiere ed eliminare le distanze tra gli Stati – ha aggiunto il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo – è fondamentale per combattere e prevenire più efficacemente la criminalità organizzata”.

“Le mafie rappresentano una minaccia per la sicurezza dei cittadini e per la tenuta delle democrazie – ha detto ancora de Raho -. Con la Convenzione di Palermo sono state poste le basi per uniformare le legislazioni dei vari Paesi, all’interno di cui riveste sempre più importanza l’aggressione agli interessi patrimoniali e finanziari delle organizzazioni criminali. Mentre la disarmonia normativa favorisce il crimine organizzato“.

Sulla stessa linea anche il procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, che nel suo intervento ha dichiarato: “UNTOC può essere considerata una convenzione-ponte, capace di connettere i campi specifici nel contrasto alla criminalità organizzata transnazionale”. Fondamentale per il procuratore generale della Cassazione la “ricerca di una linea comune” tra i Paesi per combattere in maniera efficace le diverse organizzazioni criminali che “cercano di trarre profitto dalle emergenze internazionali” quali terrorismo, guerre, dissesti ambientali e la recente pandemia.