13a edizione ‘Concorso letterario Carlo Castelli’, premiati i vincitori

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La scrittura come mezzo di espressione e con fini trattamentali. In queste parole può essere riassunto l’obiettivo del premio letterario Carlo Castelli, giunto alla sua tredicesima edizione. Un concorso riservato ai detenuti delle carceri italiane e promosso dalla società di San Vincenzo De Paoli.

L’edizione del 2020 ha avuto come tema: il mondo di fuori visto da dentro. Il carcere, quindi, come punto di osservazione delle dinamiche contemporanee che, a causa della pandemia hanno avvicinato la vita degli istituti di pena a quella che si svolge fuori.

La cerimonia di premiazione dei migliori elaborati ha ottenuto il prestigioso patrocinio del Senato della Repubblica, Ministero della Giustizia, Camera dei Deputati, Università Europea di Roma e un riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questi gli elaborati classificati ai primi posti: “La paura di decidere chi essere” di Stefania Colombo; “Quello che vedo dall’aldiquà” di Elton Ziri; “Il buco della serratura” di Marcello Spiridigliozzi.

Ai vincitori è andato un premio in denaro e un’altra somma, sempre collegata al premio, è stata destinata al finanziamento di alcuni progetti di solidarietà. “Questa formula che abbiamo adottato è stata apprezzata – è il commento di Claudio Messina, delegato nazionale carceri della San Vincenzo De Paoli, intervistato dalla trasmissione radiofonica “I Cellanti” di Vatican News – perché chi si classifica fra i primi tre ha anche la soddisfazione di poter compiere una opera di bene che altrimenti non avrebbe potuto fare”.

Nel corso del programma ha commentato la manifestazione anche Antonio Gianfico, presidente della federazione nazionale della San Vincenzo De Paoli: “Il Premio Castelli dà la possibilità a chi è recluso di esprimersi e presentare le proprie istanze attraverso la scrittura. Siamo convinti che la scrittura aiuti il detenuto ad avere momenti di riflessione perché allarga il contatto umano all’esterno e aiuta a comprendere il mondo di chi non è libero, accogliendolo meglio nel momento della reintroduzione in società a fine pena”.

L’immagine di copertina è stata gentilmente concessa da www.vaticannews.va