Prendersi cura per mettersi alla prova

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Svolgeranno gratuitamente lavori socio–sanitari in favore di diversamente abili, malati, anziani, persone disagiate, tossicodipendenti oltre ad attività di protezione civile e ad altri lavori di pubblica utilità.

Sono gli imputati per alcuni reati di minore allarme sociale che potranno usufruire della misura della “messa alla prova” in più di 100 Comitati CRI in tutta Italia, grazie al protocollo sottoscritto oggi dal capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo e dal segretario generale Croce Rossa Italiana Flavio Ronzi. La convenzione ha la durata di cinque anni e prevede 354 posti per altrettanti imputati che avranno ottenuto la misura.

La messa alla prova offre l’opportunità di sospendere il procedimento penale nella fase decisoria di primo grado e di svolgere, come attività obbligatoria e gratuita, una lavoro a favore della collettività.

Riservato in passato ai minori, l’istituto è stato introdotto anche per gli adulti nel 2014 e da allora le misure eseguite sono in costante aumento: dalle 9.690 del 2015 alle 23.492 del 2017.

“Prendersi cura degli altri, aiutare una persona bisognosa, occuparsi della tutela di un bene pubblico o prestare soccorso ad una popolazione in difficoltà: sono tutti impegni ad elevato valore sociale che permettono all’ imputato di riscattarsi e di mettere alla prova la propria intenzione di cambiamento e crescita personale”così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha commentato l’accordo.