“Primera brigada” pronta per l’esordio nella cura del verde di Mexico City

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Sono 20, per lo più giovani adulti. In carcere stanno scontando pene brevi per crimini non gravi. E sono stati scelti proprio per questo motivo, oltre che per le loro attitudini lavorative e la buona condotta. Sono i 20 detenuti del Centro penitenziario “Ceresova” di Città del Messico, selezionati per sperimentare il progetto di lavori di pubblica utilità che le autorità statali, su impulso del locale Ufficio delle Nazioni Unite per la Lotta alla droga e al crimine, hanno voluto implementare nel sistema penitenziario messicano ritagliandolo sul modello italiano “Mi riscatto per…”.

Qui tutti li conoscono come “la primera brigada”, una denominazione che ricorda una certa cinematografia di ambientazione bellica. Ma che tuttavia vuole sottolineare, fin dal nome, l’importanza e la responsabilità che pende su questi ragazzi. Saranno loro infatti a realizzare la prima uscita in assoluto a Città del Messico di detenuti ammessi ai lavori di pubblica utilità.

In questi ultimi due mesi sono stati adeguatamente formati professionalmente alla cura e alla manutenzione di giardini e orti e fra meno di un mese usciranno dal carcere, accompagnati da una pattuglia di poliziotti, per occuparsi di alcune aree verdi della capitale messicana. Sarà la prima volta che con il loro lavoro totalmente gratuito e volontario, come previsto dal modello italiano di riferimento, restituiranno qualcosa alla collettività in termini di impegno sociale.

La delegazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che in questi giorni si trova nuovamente in Messico per offrire il proprio contributo alla fase esecutiva di realizzazione del progetto, li ha incontrati ieri nel Centro penitenziario “Ceresova”. Agli ospiti hanno voluto mostrare il bellissimo orto urbano da loro realizzato e curato con maniacale attenzione; altri erano impegnati a perfezionarsi nello sfalcio e nella rasatura dell’erba. Tutti sfoggiavano le loro divise verdi, sulle quali campeggiava, nella parte posteriore e all’altezza delle spalle, la scritta “Empleos de Pùblica Utilidad”. Una scritta che in poco più di sei mesi è passata dall’essere soltanto una ambiziosa idea, al farsi importantissima realtà del sistema penitenziario messicano.

I venti de “la primera brigada” hanno concluso la fase formativa e sono pressocché pronti a uscire per le strade di Città del Messico. Le autorità carcerarie stanno soltanto aspettando che i giudici della magistratura messicana sottoscrivano le linee guida per la definizione dei requisiti giuridici per la selezione dei detenuti da immettere nel progetto a pieno regime, una volta superata la fase sperimentale. Non appena saranno consegnate al sistema penitenziario statale della capitale messicana, le porte di “Ceresova” si apriranno e “la Primera Brigada” potrà finalmente uscire per lavorare sul territorio.