Puglia e Basilicata, da settembre nuovi mediatori culturali nelle carceri

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Puglia e Basilicata sarà presto dotato di figure professionali specializzate nella mediazione linguistica e culturale per il trattamento penitenziario dei detenuti di cittadinanza extracomunitaria, come previsto dalla riforma dell’Ordinamento Penitenziario che richiede, per lo svolgimento di attività di osservazione e trattamento, che ci si possa avvalere anche di mediatori culturali e interpreti, oltre che di psicologi e criminologi che già operano nelle strutture penitenziarie.

Proprio in questi giorni, infatti, si sono conclusi i colloqui per la selezione dei candidati che hanno presentato la domanda di ammissione, come previsto dal bando-avviso pubblicato nel sito istituzionale del Ministero della Giustizia, il 24 aprile scorso. La procedura è finalizzata appunto alla formazione di un elenco di professionisti, da cui attingere per il conferimento di incarichi da svolgersi, in regime di consulenza e senza rapporto di pubblico impiego, nel quadriennio 2019-2022 e da espletarsi presso le strutture penitenziarie appartenenti ai distretti delle Corti d’appello di Bari, Lecce e Potenza.

La Commissione di valutazione, composta dal Provveditore regionale Carmelo Cantone e dal vicario Luciano Mellone, durante i colloqui è stata affiancata  da alcuni dirigenti penitenziari provenienti da Taranto, Lecce, Brindisi, Trani e Bari. Hanno inoltre fornito il loro contributo anche soggetti esterni, esperti in mediazione linguistica e culturale per la lingua e la cultura araba e per la mediazione culturale e interreligiosa.

Dei 72 candidati ammessi al colloquio, 28 hanno conseguito l’idoneità per l’iscrizione all’Albo. Hanno dovuto superare un colloquio sulla conoscenza di teorie e tecniche di mediazione culturale, nozioni di ordinamento penitenziario, principi legislativi di diritto internazionale e comunitario in materia di tutela dei diritti umani, cittadinanza, asilo e immigrazione, al fine di appurare le capacità espositive, il livello motivazionale e la conoscenza linguistica. Tra gli argomenti trattati, anche quello sulle modalità di riconoscimento e prevenzione del fenomeno della radicalizzazione jihadista all’interno delle carceri.

La graduatoria finale sarà pubblicata sul sito ministeriale non appena la Commissione avrà ultimato la verifica dei titoli posseduti da ciascun candidato.

Già dal prossimo settembre queste nuove figure di operatori penitenziari entreranno a far parte dell’equipe trattamentale degli istituti pugliesi e lucani, arricchendo con il loro bagaglio di conoscenze e metodologie gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria per fronteggiare le sfide della contemporaneità e conseguire, più efficacemente, gli obiettivi istituzionali della custodia, dell’esecuzione della pena e della rieducazione dei condannati.