“Quando la protesta degenera siamo di fronte ad atti criminali”

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“Questo è un momento difficile per il Paese, ma è nostro dovere chiarire, tutti insieme, che lo Stato italiano non indietreggia di un centimetro di fronte all’illegalità. In tutti i casi più gravi le istituzioni si sono dimostrate compatte: magistrati, prefetti, questori e tutte le forze dell’ordine sono intervenute senza esitare rendendo ancora più determinato il volto dello Stato di fronte agli atti delinquenziali che si stavano consumando”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nell’Aula del Senato durante la sua l’informativa sulle rivolte nelle carceri.

Per il Guardasigilli “fuori dalla legalità, e addirittura, nella violenza non si può parlare di protesta: si deve parlare semplicemente di atti criminali. I disordini e gli episodi più gravi sono ascrivibili a una ristretta parte dei detenuti; la maggior parte di loro, infatti, ha manifestato la propria sofferenza e le proprie paure con responsabilità e senza ricorrere alla violenza”.

Bonafede ha voluto esprimere la sua gratitudine nei confronti dei servitori dello Stato che hanno lavorato per riportare la situazione sotto controllo: “Ringrazio la Polizia Penitenziaria e tutto il personale dell’amministrazione penitenziaria perché ancora una volta hanno dimostrato professionalità, senso dello Stato e coraggio nell’affrontare, mettendo a rischio la propria incolumità, situazioni molto difficili e tese in cui, ciò che fa la differenza è spesso la capacità di mantenere i nervi saldi, la lucidità e l’equilibrio nell’intuire e scegliere, in pochi istanti, la linea di azione migliore per riportare tutto alla legalità”.