Un Vaso di fiori divide Italia e Germania

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Il “Vaso di Fiori”, opera del pittore olandese Jan van Huysum (morto a 67 anni nel 1749), rubato da soldati nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, è attualmente nella disponibilità di una famiglia tedesca che non lo ha ancora reso alle Gallerie degli Uffizi, nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano.

Il dipinto, un olio su tela appartenente alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, per oltre un secolo resta nella sala dei Putti. Nel 1940 viene portato nella villa medicea di Poggio a Caiano. Nel 1943 è a villa Bossi Pucci dove alcuni militari tedeschi in ritirata lo portano via insieme con altre opere.

Continuano le indagini anche attraverso le rogatorie internazionali e recentemente la Procura ha iscritto sul registro degli indagati quattro persone, tra di loro i parenti del soldato nazista che riuscì a trafugarlo. La Germania, però, per questo tipo di reato prevede la prescrizione mentre in Italia il furto delle opere d’arte, considerate beni inalienabili, non è prescrivibile.

Il direttore tedesco degli Uffizi, Eike Schmidt, ha diffuso il primo gennaio un appello alla Germania, anche via internet, affinché l’opera possa essere restituita nel corso dell’anno. Come atto dimostrativo di forte impatto, Schmidt ha fatto collocare nella sala dei Putti che ha ospitato il quadro fino al 1943, una riproduzione in bianco e nero del “Vaso di Fiori” (stampa ottenuta da una fotografia del primo ‘900 realizzata da Alinari). Sull’opera campeggia la scritta “RUBATO” in italiano, inglese e tedesco, sotto una didascalia ricorda come a sottrarla furono soldati della Wehrmacht.

“Saremo lieti di rimuovere questa memoria fotografica – ha dichiarato il direttore – quando agli Uffizi sarà restituito l’originale. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che possano tornare ai loro legittimi proprietari”.

Dopo la fine della guerra dell’opera trafugata si perdono le tracce, ricompare nel 1991. Da allora vari intermediari, per conto dei possessori, tentano di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendo un riscatto. Ovviamente la richiesta di denaro viene rifiutata e la Procura di Firenze decide di aprire un’indagine: “Il quadro è già di proprietà dello Stato Italiano e non è alienabile né acquistabile”.

Quello della restituzione dei tanti capolavori rubati dai soldati nazisti è un capitolo ancora aperto.

L’Italia ha appena vinto una decennale causa contro il Paul Getty Museum di Los Angeles per la restituzione de “L’Atleta di Fano” (statua bronzea risalente al IV secolo A.C. attribuita allo sculture greco Lisippo), ritrovata nelle acque del Mar Adriatico e oggi nelle sale del museo statunitense. Da Los Angeles, però, fanno sapere: “Non abbiamo nessuna intenzione di restituire l’opera”.